Webuild, Carlo Ratti Associati e Michel Virlogeux per il ponte di Baltimora

Svelata la proposta per la ricostruzione del Francis Scott Key Bridge messa a punto da Webuild con lo studio di progettazione Carlo Ratti Associati e l’ingegnere strutturale Michel Virlogeux, autore di alcuni dei ponti strallati più notevoli del mondo, come il Vasco da Gama di Lisbona e – con Norman Foster – il viadotto di Millau in Francia.

Il progetto, che segue un approccio strallato, ridefinirà l’ingresso allo storico porto di Baltimora migliorando diverse caratteristiche funzionali del vecchio ponte, compreso l’incremento della sicurezza e l’adattabilità a lungo termine.

 

©Webuild, Carlo Ratti Associati, Michel Virlogeux. Image by Brick Visual

L’estensione della campata principale, che da 365 metri passerà a 700, consentirà di posare i pilastri di sostegno principali in acque molto basse, ben lontani quindi dal canale di navigazione utilizzato dalle grandi navi. Un approccio che mira a garantire che incidenti come quello verificatosi lo scorso marzo, che ha causato il crollo del precedente ponte, non si ripetano.

Aumenta fino a 70 metri anche l’altezza libera per il canale di navigazione, consentendo a Baltimora di mantenere anche in futuro la propria posizione di importante porto internazionale.

 

©Webuild, Carlo Ratti Associati, Michel Virlogeux. Image by Brick Visual

 

Il nuovo ponte, che prevede anche un ampliamento della carreggiata con l’aggiunta di una ulteriore corsia per senso di marcia, adotterà tecniche di vigilanza e manutenzione predittiva nella logica del progetto ‘Good Vibrations’ che, in qualità di direttore del Senseable City Lab del Mit, Carlo Ratti aveva sviluppato: una sorte di ‘intelligenza artificiale’ basata sulla raccolta e l’analisi dei dati dei telefoni cellulari di coloro che transitano sul ponte.

 

©Webuild, Carlo Ratti Associati, Michel Virlogeux. Image by Brick Visual.

 

In termini di sostenibilità, il ponte strallato è uno dei modi più efficienti per costruire la lunga campata riducendo al minimo il carbonio incorporato nel progetto. Inoltre, evita la necessità di costruire isole artificiali per proteggere i pilastri, che disturberebbero notevolmente l’ecosistema del fiume Patapsco, dove vivono diverse specie di pesci migratori autoctoni. Il progetto mira anche a minimizzare il disturbo della fauna avicola stanziale sulla vicina isola artificiale di Fort Carroll.

Infine, sull’intera campata del nuovo ponte verranno installati pannelli fotovoltaici.

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