Più di 100 fotografie, dagli archivi di Ghella e dalle commissioni che la più antica azienda italiana di grandi infrastrutture (Ghella venne fondata nel 1894) ha assegnato a cinque fotografi contemporanei in mostra dal 14 giugno nello Spazio Extra del Maxxi di Roma.
Nuove avventure sotterranee, a cura di Alessandro Dandini de Sylva, raccoglie gli scatti realizzati da Stefano Graziani, Rachele Maistrello, Domingo Milella, Luca Nostri e Giulia Parlato per documentare la nascita di grandi opere in Italia, Canada, Argentina, Australia e Nuova Zelanda, messi a confronto con quelli provenienti dagli archivi aziendali e relative a infrastrutture realizzate tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Duemila.
Se nelle seconde, scattate da ingegneri e tecnici, si riconosce una certa ‘estetica inconsapevole’, in quelle dei cinque fotografi contemporanei il dato di realtà diventa punto di partenza per una serie di riflessioni sui cliché della rappresentazione, sull’ambiguità del documento fotografico, sullo scavo come lettura di aspetti intangibili del paesaggio, sul simbolismo della caverna, sull’astrazione.
Tra vedute di cantieri e città alternate a reperti fossili o componenti meccanici, piante tropicali e paesaggi rocciosi, operai al lavoro e animali notturni, la distanza che gli autori hanno lasciato tra loro e le infrastrutture è lo spazio della ricerca, il contesto in cui riconsiderare e rigenerare l’immaginario della fotografia aziendale, intravedendo nuove possibilità di racconto.
«Nuove avventure sotterranee è un progetto che affronta lo scavo in sotterraneo come una straordinaria possibilità di viaggio nel paesaggio – spiega il curatore Alessandro Dandini de Sylva. Le campagne fotografiche che formano questa raccolta rappresentano una risorsa preziosa perché contribuiscono a rinnovare l’immaginario dei grandi cantieri di ingegneria infrastrutturale, combinando sapientemente documentazione e sperimentazione, e tracciano la direzione delle future trasformazioni delle città nel XXI secolo».
La mostra è accompagnata dalla pubblicazione di un cofanetto di sei volumi, disegnato da Filippo Nostri e edito da Quodlibet. I primi cinque volumi sono introdotti da un testo tecnico sul cantiere e contengono una conversazione tra ogni artista e il curatore sulla sua campagna fotografica. Il sesto volume contiene immagini storiche dall’archivio di Ghella.