Genova, il restauro e risanamento conservativo di Palazzo Spinola

Una lapide testimonia il soggiorno, quand’era ancora l’hotel Croce di Malta, di ospiti illustri come Henry James, Mary Shelley, Stendhal e Mark Twain. Oggi, sebbene sottoposto a vincolo della Soprintendenza, Palazzo Spinola è un condominio privato.
Se l’ingresso da Vico Morchi è nobilitato da un portale marmoreo, la caratteristica principale del fabbricato è la torre alta 9 piani che si affaccia su Piazza Caricamento, cui alla fine dell’Ottocento l’architetto portoghese-genovese Alfredo de Andrade aggiunse una neogotica merlatura.

 

Piazza Caricamento e la torre di Palazzo Spinola in una foto di fine Ottocento

 

Quello di de Andrade fu peraltro solo l’ultimo di una numerosa serie di interventi anche strutturali che si sono susseguiti a partire dal XIII secolo ad oggi – l’ultimo, concentrato sulla torre, nel 1992 in occasione delle Colombiadi – quando progressivamente l’edificio ha assunto l’aspetto attuale, caratterizzato da una composizione multimaterica dell’involucro: pietra calcarea marnosa alla base della torre, parte alta in laterizio, marmo per il portale di ingresso, i balconi e le le bifore, semplice intonaco per il volume edilizio retrostante.

Piazza Caricamento e la torre di Palazzo Spinola oggi

 

Basato sui rilievi diagnostici dello studio specializzato Science4Art (che hanno individuato ben nove diversi tipi di malte impiegati nel corso del tempo), il complesso intervento di restauro e risanamento conservativo sviluppato dall’architetto Paolo Cardo con il restauratore Axel Nielsen e la consulenza strutturale dell’ingegner Cavalletti, condotto in stretto accordo con le Soprintendenze di Genova e della Liguria, ha riguardato tutti i prospetti e ha comportato sia interventi di rinforzo statico sia di consolidamento superficiale.
Preziosa, nell’intervento di consolidamento e restauro, la consulenza prestata da Calchèra San Giorgio, il cui tecnico Andrea Irbetti ha affiancato l’architetto, il restauratore e l’impresa Moresco Interiors per l’intera durata dei lavori.

 

I prospetti del palazzo (al centro quello su Vico Morchi).

 

Elementi lapidei in calcare marnoso faccia a vista

Il forte stato di degrado degli elementi lapidei, con distacchi, scagliature e cadute di materiale aveva determinato anche criticità strutturali cui si è posto rimedio con interventi di rinforzo strutturale tramite l’inserimento di barre filettate in acciaio inox o barre in fibra di vetroresina annegate, in camicia di malta idraulica, nella resina epossidica. In alcuni casi si è reso necessario anche ricostruire il blocco calcareo con malta strutturale fibrorinforzata con Frp, previa realizzazione di una gabbia con filo di acciaio inox opportunamente ancorata nella struttura tramite ancoraggi chimici o metallici.
I blocchi che non presentavano problematiche strutturali, previa pulizia sono stati invece consolidati, tramite impacchi o stesura a pennello, con silicato di potassio puro additivato con silicio.

 

Dettaglio del campionamento effettuato sul prospetto di Vico Morchi, nel punto di incontro tra la muratura dell’edificio interno e i blocchi lapidei della torre.

 

Elementi in laterizio

Dopo la pulizia e le operazioni di battitura dei fronti in laterizio, a causa della forte erosione dei giunti in malta si è resa necessaria l’integrazione con iniezioni di malta idraulica fino a rifiuto sia per garantire il supporto e la stabilità dei mattoni, sia per evitare possibili infiltrazioni. In seguito i giunti dei mattoni sono stati fugati tramite l’integrazione di malta a diversa granulometria e trattata cromaticamente per omogenizzarla al colore della malta dei giunti preesistenti.
Al termine si è proceduto al consolidamento superficiale con l’applicazione di silicato di potassio.

 

Dettaglio della parte sommiate della torre dopo l’intervento di restauro

 

Portale in marmo su Vico Morchi

Il portale di ingresso su Vico Morchi presentava distacchi e visibili lesioni sull’intradosso dell’architrave, dovute alla rotazione statica dei blocchi che costituiscono il timpano curvilineo. Per ristabilire la staticità della struttura, dopo il riposizionamento delle parti distaccate sono state applicate staffe metalliche sull’estradosso dell’arco. L’intradosso è stato consolidato mediante la posa in opera di barre in acciaio inox di piccolo diametro poste a croce a cucitura della lesione, per evitarne un possibile collasso.

 

Il portale in marmo dell’accesso su Vico Morchi dopo il restauro

 

Intonaci

Anche le superfici intonacate presentavano svariate problematiche, con parti deteriorate o decoese ed altre fortemente coese ma distaccate. Verificata mediante battitura la complessiva tenuta al supporto retrostante, laddove si è reso necessario il consolidamento di profondità si è proceduto mediante iniezioni di malta idraulica, mentre per il consolidamento di superficie si è operato mediante successive passate di acqua di calce.

Nelle aree di intonaco fortemente coeso ma distaccato dal supporto si è proceduto invece ad effettuare una “spinatura” per rendere solidale la lastra con la superficie muraria retrostante.

Le porzioni angolari di cornice marcapiano Ottocentesca presenti sul fronte di Piazza Caricamento, che presentavano pericoli di crollo, sono state ricostruite previo inserimento di debita armatura in acciaio inox e successiva riprofilatura plastica con materiali coerenti con il resto dell’elemento trattato.

Sotto il profilo cromatico si è scelto, in accordo con la Soprintendenza, un colore che si avvicinasse a quello esistente e richiamasse i colori presenti negli edifici circostanti (sono stati scelti colori di base chiari con successiva velatura in tono).

 

Materiali

La maggior parte del materiale utilizzato nell’intervento di restauro è stato fornito da Calchèra San Giorgio: malte da iniezione per il consolidamento degli intonaci e delle murature (Boiacca Iniezione 50 e Boiacca Iniezione 100); betoncino in calce idraulica pozzolanica (Structura) per gli interventi di rinforzo strutturale; Maltine da Ricostruzione per l’integrazione e la ricostruzione degli elementi architettonici aggettanti; silicato di potassio (Silifix) per il consolidamento corticale delle superfici e per i successivi strati di velatura colorata (Silifarbe).
Per l’integrazione degli intonaci storici e la fugatura estetica finale dei giunti è stata formulata una malta ad-hoc (Rasosasso espressamente formulato) con tonalità e granulometria simili a quella originaria campionata.

Restauro e risanamento dei prospetti di Palazzo Spinola

  • Località Genova
  • Progetto esecutivo, direzione lavori e coordinamento della sicurezza Studio di Architettura Paolo Cardo
  • Collaboratrice Studio Cardo Arch. Elisa Platania
  • Impresa affidataria ed esecutrice Moresco Interiors Srl
  • Responsabile dei restauri lapidei e laterizi Nielsen Restauri di Axel Nielsen
  • Consulenza strutturale Ing. Paolo Cavalletti
  • Collaboratore Ing. Alessandro Cavalletti
  • Rilievi, prove chimico fisiche e diagnosi Science4Art (Simona Scrivano)
  • Sorveglianza Beni Artistici Arch. Carla Arcolao (Soprintendenza della Liguria); Angelita Mairani (consulente specialistica restauro Soprintendenza di Genova)

Studio Paolo Cardo Architetto

Fondato a Genova nel 1995, lo studio si è specializzato in progetti di restauro e recupero in ambito monumentale quali i restauri della Chiesa del Gesù, del complesso monumentale di San Filippo Neri, dell’abbazia di Santa Maria di Castello e del Complesso monumentale della Basilica di San Siro in Genova.
Tra gli incarichi pubblici, la progettazione esecutiva di parte di Piazza Caricamento a Genova, mentre per il Gruppo Antichi Ormeggiatori del Porto di Genova ha curato il progetto della nuova sede di Ponte Cristoforo Colombo nel terminal traghetti del Porto di Genova.
Lo studio ha collaborato anche con EnelX per la progettazione e la direzione dei lavori dell’allestimento illuminotecnico nella Chiesa del Gesù in Genova.

Attualmente, per conto della diocesi di Genova, sta curando il progetto e l’attuazione dei lavori di messa in sicurezza e restauro conservativo della torre campanaria medievale della basilica di San Siro, finanziata con fondi del Pnrr.

Consulente artistico e architettonico dei Padri Gesuiti di Genova e della congregazione dei Padri Oratoriani di San Filippo Neri in Genova, Paolo Cardo è iscritto all’Albo Regionale degli Esperti in materia di Bellezze Naturali, fa parte della Commissione del Paesaggio del Consorzio di Comuni di Bargagli e Lumarzo (Genova) e attualmente è membro della commissione disciplinare dell’Ordine degli architetti di Genova.

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