Il piano di conservazione dello Stadio Flaminio di Roma
La Getty Foundation di Los Angeles ha pubblicato il Piano di Conservazione dello Stadio Flaminio sul sito dell’iniziativa Keeping it Modern, con la quale è stato finanziato il lavoro di ricerca sfociato in un documento di 594 pagine che, insieme alla piattaforma HeritageBIM di modelli digitali basati sui dati geospaziali raccolti, diventa uno strumento indispensabile per il recupero corretto dello stadio, ideato e costruito da Pier Luigi e Antonio Nervi per i Giochi Olimpici del 1960.
«Uno dei motivi dell’attuale stato dello Stadio Flaminio, come di altri edifici italiani di Pier Luigi Nervi (ad esempio il Palazzo del Lavoro e il Salone delle Esposizioni di Torino, aggiudicatario anch’esso di un Grant della Getty Foundation coordinato dal Politecnico di Torino), è la mancanza di procedure esemplari per guidare i progetti di restauro, riuso e soprattutto manutenzione del patrimonio architettonico moderno in Italia – ha commentato Marco Nervi, Presidente della PLN Project. Con il Piano di Conservazione per lo Stadio Flaminio abbiamo voluto portare un contributo al rispetto e alla valorizzazione dell’architettura del Novecento nel nostro Paese».
La ricchezza di contenuti del Piano, ora a disposizione di tutti, a cominciare dal Comune di Roma, proprietario dell’impianto, è tratteggiata dal Professor Francesco Romeo, Project Leader del Piano di Conservazione: «abbiamo adottato un approccio multidisciplinare volto a riconoscere e proteggere il sistema di valori culturali, oggi minacciati, di cui il Flaminio è espressione. Dalle strutture agli impianti, dagli aspetti distributivi a quelli materici, da quelli strutturali a quelli tecnologici, senza escludere le trasformazioni funzionali e prestazionali, lo studio è stato esteso al paesaggio, alla mobilità, all’archeologia e alla coerenza delle funzioni urbane dello Stadio, fornendo approfondite indicazioni di recupero e riconfigurazione dell’insieme».
Finanziata dalla Getty Foundation, la ricerca che ha prodotto il Piano di Conservazione è frutto del lavoro congiunto di Sapienza Università di Roma, Associazione PLN Project e Do.co.mo.mo. Italia.