Tre nuclei documentali si aggiungono ai 55 archivi di architetti già presenti nei depositi dell’Archivio centrale dello Stato: sono recentemente arrivati in donazione gli archivi dell’ingegnere Pasquale Fazio (Alvito, 1929 – Roma, 2018) e degli architetti Annibale Vitellozzi (Anghiari, 1902 – Roma, 1990) e Giancarlo Busiri Vici (Roma, 1933).
L’istituto si conferma così come l’ente con il maggior numero di fonti per lo studio dell’architettura italiana del Novecento.
Dopo gli studi di alta specializzazione, compiuti tra Napoli e gli Stati Uniti, l’ingegnere Pasquale Fazio ha svolto, tra la fine degli anni Cinquanta e il Duemila, un’intensa attività quale progettista e strutturista di numerosi edifici, realizzati sia in Italia che all’estero.
La documentazione, donata all’Archivio centrale dalle eredi dell’ingegnere, è costituita da circa 43 metri lineari di rotoli di disegni, pacchi e faldoni contenenti allegati ai progetti (relazioni tecniche, corrispondenza) e stampe fotografiche.
Tra i più significativi interventi progettuali ci sono gli edifici per la nuova Università di Baghdad in Iraq, gli edifici universitari a Lagos in Nigeria (1964-72), lo Sheraton Hotel di Dubai (1975-78), l’ampliamento dell’Hotel Cala di Volpe (1970) e il Pevero Golf Club in Costa Smeralda (1974-90).
L’Archivio dell’architetto Giancarlo Busiri Vici è invece costituito da 3.000 elaborati grafici, carteggi e altro materiale relativi ad oltre 140 progetti. La documentazione va ad integrare il fondo Michele Busiri Vici, padre di Giancarlo, conservato dall’Istituto.
Frutto della collaborazione professionale tra i due sono le celebri architetture realizzate in Costa Smeralda negli anni ‘60-‘70: gli hotel Romazzino di Arzachena (1968-76) e Luci di la Muntagna a Porto Cervo (1965-78), il Condominio Sa Conca (1964-65), vari complessi residenziali a Porto Cervo (1971-76) e Arzachena (1977-80).
Giancarlo Busiri Vici ha in seguito progettato numerosi interventi per strutture ricettive, residenziali e religiose, sia in Italia che all’estero, inoltre è stato presidente emerito dell’Ordine degli Architetti di Roma e del Consiglio Nazionale Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.
L’Archivio dell’architetto Annibale Vitellozzi (Anghiari, 1902 – Roma, 1990) ha una consistenza di 78 pacchi e 21 tubi contenenti elaborati grafici progettuali, 41 faldoni di documenti allegati ai progetti, oltre a fotografie e riviste di architettura.
All’interno della sua vasta produzione, di particolare interesse sono la facciata della Stazione di Roma Termini (1950, in collaborazione con Leo Calini ed Eugenio Montuori), le strutture realizzate per i Giochi della XVII Olimpiade del 1960 (lo Stadio del Nuoto, in collaborazione con Enrico Del Debbio e gli ingegneri Sergio Musmeci e Riccardo Morandi, e il Palazzetto dello Sport con l’ingegner Pier Luigi Nervi), la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, a Castro Pretorio, (1975, in collaborazione con gli architetti Massimo Castellazzi e Tullio Dell’Anese), gli interventi relativi allo Stadio Olimpico (prima il completamento della struttura, nel 1953, poi la radicale ristrutturazione e la copertura dell’impianto per i Mondiali di Calcio del 1990).