How will we live together? Dal 22 maggio la Biennale Architettura di Venezia

Sarà esclusivamente online la biglietteria della 17. Mostra Internazionale di Architettura che apre a Venezia il 22 maggio (fino al 21 novembre) e potrà essere visitata solo su prenotazione, con accessi inevitabilmente limitati dalle misure di sicurezza sanitaria in vigore.

Un’occasione in più per cogliere appieno la domanda posta da questa Biennale che, nelle parole del curatore Hashim Sarkis, «l’attuale pandemia globale ha senza dubbio reso ancora più rilevante e appropriata, seppure in qualche modo ironica, visto l’isolamento imposto».
Anche se proposta prima della pandemia, ha proseguito Sarkis, «sono proprio le ragioni che inizialmente ci hanno portato a porre questa domanda – l’intensificarsi della crisi climatica, i massicci spostamenti di popolazione, le instabilità politiche in tutto il mondo e le crescenti disuguaglianze razziali, sociali ed economiche, tra le altre – a condurci verso questa pandemia e a diventare ancora più rilevanti. Non possiamo più aspettare che siano i politici a proporre un percorso verso un futuro migliore. Mentre la politica continua a dividere e isolare, attraverso l’architettura possiamo offrire modi alternativi di vivere insieme. La Biennale Architettura 2021 è motivata dai nuovi problemi che il mondo sta ponendo all’architettura, ma è anche ispirata dall’attivismo emergente di giovani architetti e dalle radicali revisioni proposte dalla professione dell’architettura per affrontare queste sfide».

Preceduta da un’estensione digitale avviata nel novembre scorso che ne allarga i confini e che proseguirà anche in questi mesi, la Mostra di quest’anno è organizzata in cinque “scale” (o aree tematiche), tre allestite all’Arsenale e due al Padiglione Centrale: Among Diverse Beings, As New Households, As Emerging Communities, Across Borders eAs One Planet, e comprende opere di 112 partecipanti provenienti da 46 Paesi.
Parte della mostra è anche How will we play together?, contributo di cinque architetti internazionali autori di un progetto dedicato al gioco allestito a Forte Marghera e aperto alla cittadinanza.

Questa edizione comprende anche una serie di partecipazioni fuori concorso: Stations + Co-Habitats, ricerche sulle cinque scale e relativi casi di studio sviluppate da ricercatori provenienti dalle università di tutto il mondo; la partecipazione speciale dell’artista israeliana Michal Rovner al Padiglione Centrale; il progetto speciale di Studio Other Spaces (rappresentato da Olafur Eliasson e Sebastian Behmann) che presenta UN Assembly for the Future con i contributi di tutti partecipanti; un’istallazione esterna ai Giardini; un evento speciale della Vuslat Foundation, che propone un’installazione di Giuseppe Penone in Arsenale.
Prosegue per il quinto anno la collaborazione tra La Biennale di Venezia e il Victoria and Albert Museum, con il progetto speciale – all’Arsenale – dal titolo Three British Mosques, che guarda al mondo informale e spesso non documentato delle moschee ricavate in spazi altri.

Quest’anno la Mostra di Architettura incrocerà anche – dal 23 luglio all’1 agosto – il 15. Festival Internazionale di Danza Contemporanea ospitando all’Arsenale, nella sezione Among Diverse Beings, le installazioni e i danzatori-coreografi di Biennale College, che daranno vita a frammenti coreografici, “istantanee” o “schizzi” sollecitati da segni, materiali e temi della Mostra.

63 partecipazioni nazionali animeranno gli storici Padiglioni ai Giardini, all’Arsenale e nel centro storico di Venezia, con quattro Paesi presenti per la prima volta: Grenada, Iraq, Uzbekistan e Repubblica dell’Azerbaijan.

Il Padiglione Italia alle Tese delle Vergini in Arsenale, sostenuto e promosso dal Ministero della Cultura, Direzione Generale Creatività contemporanea, è a cura di Alessandro Melis.

Sono 17 inoltre gli eventi collaterali ammessi dal curatore e promossi da enti e istituzioni nazionali e internazionali senza fini di lucro. Organizzati in diverse sedi della città di Venezia, propongono un’ampia offerta di contributi e partecipazioni che arricchiscono il pluralismo di voci che caratterizza la Mostra.

Il programma della 17. Mostra include anche i Meetings on Architecture, incontri con architetti e studiosi di tutto il mondo che cercheranno di rispondere alla domanda How will we live together? in una serie di dialoghi sulle nuove sfide che il cambiamento climatico pone all’architettura, sul ruolo dello spazio pubblico nelle recenti rivolte urbane, sulle nuove tecniche di ricostruzione e le forme mutevoli dell’edilizia collettiva; sull’architettura dell’educazione e l’educazione dell’architetto, sul rapporto tra curatela e architettura.

«Anche quest’anno– ha dichiarato il Presidente della Biennale Roberto Cicutto – la preparazione della Mostra è stata avvolta da un clima di incertezza da tutti affrontato con grande determinazione, coraggio e senso di responsabilità. Apriamo i Giardini e l’Arsenale con una consapevolezza ancora maggiore di quanto il lavoro della Biennale sia specchio del mondo contemporaneo, che viene qui interpretato e talvolta anticipato dalle proposte dei curatori e di quanti vi partecipano con le proprie opere. Paolo Baratta, che ringrazio per aver accettato di accompagnare questa edizione dopo averla affidata al curatore Hashim Sarkis, scrive nella sua presentazione: abbiamo confermato che tra gli scopi di una Mostra Internazionale c’era anche quello di sollecitare desiderio di Architettura. E vorrei aggiungere– ha concluso Cicutto – che mai come oggi c’è necessità di Architettura»

Leone d’oro alla memoria di Lina Bo Bardi

A Lina Bo Bardi sarà attribuito il Leone d’oro speciale alla memoria di questa edizione. «La sua carriera di progettista, editor, curatrice e attivista ci ricorda il ruolo dell’architetto come coordinatore (convener) – ricorda Sarkis – nonché, aspetto importante, come creatore di visioni collettive. Lina Bo Bardi incarna inoltre la tenacia dell’architetto in tempi difficili, siano essi caratterizzati da guerre, conflitti politici o immigrazione e la sua capacità di conservare creatività, generosità e ottimismo in ogni circostanza».

La Biennale Architettura 2021 è realizzata con il sostegno di Rolex, Partner e Orologio Ufficiale della manifestazione. Gli sponsor uficiali sono Artemide, Edison, Vela – Venezia Unica, Paola Lenti. Media partner della manifestazione Rai Cultura.

Hashim Sarkis

Hashim Sarkis, ph ©Bryce Vickmark

Titolare di Hashim Sarkis Studios (HSS), fondato nel 1998 e con sedi a Boston e Beirut, dal 2015 il curatore della 17. Mostra Biennale Internazionale di Architettura Hashim Sarkis presiede la School of Architecture and Planning del Massachussetts Institute of Technology (MIT). In precedenza era stato Aga Khan Professor di Architettura del Paesaggio e Urbanistica alla Harvard University. Ha insegnato anche alla Rhode Island School of Design, alla Yale University, all’American University di Beirut e al Metropolis Program di Barcellona.

Lo studio HSS si è distinto nell’ambito dell’edilizia sociale e residenziale, parchi, edifici istituzionali, pianificazione e progettazione urbana. HSS ha ricevuto vari riconoscimenti per i suoi progetti, tra cui gli alloggi per pescatori a Tiro, il municipio di Biblo e le Courtower Houses. I lavori dello studio sono stati esposti in tutto il mondo e sono presenti in diverse pubblicazioni, tra cui una recente monografia su Ness.docs.

Sarkis ha una laurea in Architettura e una in Belle Arti conseguite alla Rhode Island School of Design, oltre che un master e un dottorato in Architettura ottenuti alla Harvard University. È autore, co-autore e curatore di vari libri e articoli sulla storia e la teoria dell’architettura moderna; tra questi The World as an Architectural Project, Josep Lluis Sert, The Architect of Urban Design; Circa 1958, Lebanon in the Projects and Plans of Constantinos Doxiadis; Le Corbusier’s Venice Hospital.

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