Due maestri a confronto in piazza Cavalli a Piacenza: Francesco Mochi da Montevarchi e Mimmo Paladino, tra i principali esponenti della Transavanguardia italiana.
Le statue equestri in bronzo di Alessandro e Ranuccio Farnese, realizzate da Francesco Mochi tra il 1612 e il 1628, capolavoro barocco che dà il nome alla piazza principale di Piacenza, dialogano fino alla fine di dicembre con un’installazione di grandi dimensioni realizzata da Paladino composta da 18 sculture in vetroresina, poste su una base quadrangolare di dodici metri.
Il soggetto dell’opera è un motivo caro a Paladino: un cavallo ridisegnato a partire da un modello funerario di origine etrusca.
A illuminare con discrezione i cavalli di Paladino sono le luci dell’azienda piacentina Davide Groppi, il cui fondatore racconta: «Abbiamo utilizzato un sistema molto semplice di corpi illuminanti incassati che non si vedono mai arrivando nella piazza e che lavano le parti dei cavalli in modo molto dolce, ma allo stesso tempo conferendole quegli accenti che permettono di cogliere la tridimensionalità dell’opera».
Il lavoro è stato realizzato con il contributo del Comune di Piacenza, della Fondazione di Piacenza e Vigevano, della Diocesi Piacenza-Bobbio, della Camera di Commercio di Piacenza.