Con la mostra If I were a Carpenter, fino al 22 dicembre Alpi mette in scena nel suo showroom milanese l’interpretazione del legno Alpi secondo la visione anticonvenzionale dell’architetto e designer e israeliano Ron Arad.
Intitolata come una delle canzoni del festival musicale di Woodstock del 1969, la mostra è la quarta edizione del percorso di ricerca avviato nel 2017 con Re-Connection che ha visto protagonisti Martino Gamper con i legni di Ettore Sottsass, proseguito nel 2018 con i Tre Primitivi di Alessandro Mendini e nel 2019 con La tavola degli Elementi di Piero Lissoni.
Un percorso che nasce dal desiderio di Vittorio Alpi di dare tridimensionalità alle superfici Alpi con oggetti unici, tra arte e design.
Da decenni Ron Arad lavora sul labile confine tra il disegno industriale e l’arte contemporanea e in questo progetto, con la creazione di tre nuovi oggetti one-off, ha voluto dare spazio e materia all’anima scultorea che si nasconde dentro le strutture portanti dei progetti e che nessuno ha la possibilità di ammirare.
«Ogni tanto la struttura interna di un oggetto è nascosta dal rivestimento esterno. Mi ricordo che dissi a me stesso: “Che peccato che nessuno vedrà l’incredibile armatura di The Thumbprint,” per esempio, dopo che è stata ricoperta da tondini di acciaio inossidabile o di bronzo. In questi casi si crea una bellezza dotata di una volontà propria» ha detto Ron Arad spiegando perché questo tema lo affascina da tempo.
E così ha scelto di mettere a nudo tre dei suoi iconici arredi – le sedute Big Easy, Voido e Thumbprint – per estrarne l’essenza e interpretarli con legni Alpi che accentuano l’effetto illusorio delle forme.
Si tratta di tavole realizzate per l’occasione con strati alternati di due colori che danno ai pezzi un aspetto mutevole: la tonalità e la percezione dell’oggetto mutano in base al punto di vista dell’osservatore.
«Architetto, designer e artista di frontiera da sempre, Ron Arad abitava già il cassetto dei miei desideri – dice Vittorio Alpi. Ha deciso di progettare tre sedute della serie Blame The Tools usando lastre del nostro legno in due colori, diversi per facciata. Il risultato è sorprendente, e dimostra come Ron riesca con disinvoltura ad entrare in nuovi mondi e ad ammaestrarli, mantenendo ‘in toto’ la sua eleganza, il suo stile sovversivo e spiritoso».
A corredo della mostra, il fotografo Pierpaolo Ferrari ha realizzato un eccentrico progetto che interpreta in modo provocatorio e surrealistico il forte carattere degli oggetti creati da Ron Arad.
Ron Arad
Nato a Tel Aviv nel 1951, formatosi alla Jerusalem Academy of Art e successivamente all’Architectural Association di Londra, nel 1981 Ron Arad ha co-fondato con Caroline Thorman lo studio di progettazione e produzione One Off e, successivamente, nel 1989, Ron Arad Associates Architecture e pratica progettuale. Nel 2008 Ron Arad Architects è stata fondata insieme a Ron Arad Associates.
Dal 1994 al 1999 ha guidato anche lo Studio Ron Arad, unità di progettazione e produzione a Como, Italia.
Ron Arad è stato insignito del Royal Designer for Industry nel 2002 e ha ricevuto la London Design Medal nel 2011. È stato professore di Design alla Hochschule di Vienna dal 1994 al 1997, e successivamente Professore di Product Design al Royal College of Art di Londra fino al 2009, quando è stato nominato Professore Emerito. Nel 2013 è stato eletto Royal Academician dalla Royal Academy of Art di Londra.
La continua sperimentazione di Ron Arad con le possibilità di materiali come acciaio, alluminio o poliammide e la sua radicale rivisitazione della forma e della struttura dei mobili lo hanno messo in prima linea nel design contemporaneo.
Oltre al suo lavoro in studio in edizione limitata, Arad disegna per molte importanti aziende internazionali.
Ha progettato inoltre numerose architetture, tra cui le torri per uffici ToHA 1 & 2 a Tel Aviv e il Design Museum di Holon, e opere di arte pubblica come il Vortex a Seoul, la scultura Kesher all’Università di Tel Aviv, Evergreen a Tokyo e Curtain Call per Roundhouse, Londra.
La scultura Spyre è stata installata presso la Royal Academy of Arts di Londra durante l’estate 2016 e Thought of Train of Thought faceva parte del programma di installazione Terrace Wires alla stazione internazionale di St Pancras a Londra nel 2017.
720 Degrees è apparso nel settembre 2016 al Festival Internazionale delle Arti di Singapore. Nell’ottobre 2017, insieme ad Adjaye Associates e Gustafson Porter + Bowman, Ron Arad Architects ha vinto il concorso di progettazione internazionale del Memoriale dell’Olocausto nel Regno Unito.