Il superbonus per riqualificare l’architettura alpina di Laurent Chappis

È iniziato il cantiere per la riqualificazione del condominio Grande Gorraz a Pila nel comune di Gressan (Aosta), progetto residenziale degli anni Settanta firmato dall’architetto francese Laurent Chappis (1915-2013).
Vero e proprio esperimento di architettura alpina, il complesso è un serpentone ben inserito nella morfologia del territorio, che si sviluppa in modo lineare lungo il pendio, a 1800 metri di altitudine.

 

Gli edifici che compongono il complesso residenziale di Pila si trovano in discreto stato di conservazione, senza significative modifiche dalla loro edificazione a oggi.

 

L’operazione di conservazione e rigenerazione è coordinata da Gabetti Lab con general contractor Enel X e studio di amministrazione Nato con la collaborazione di Enquadro, società specializzata nell’ambito della riqualificazione esperta in gestione energia, che ha definito i modelli energetici in linea con i decreti attuativi del Superbonus, e dello studio di architettura e ingegneria Pallù di Aosta sull’ambito energia e gestione dei ponti termici nella riqualificazione energetica.

L’intervento di efficientamento energetico nel comparto residenziale della stazione sciistica integrata di Pila, distribuito su 4 edifici (G1-G2-G7-G8), si concluderà entro la fine del 2023. Dell’architettura fa parte anche un resort che non è toccato dall’intervento.
Il complesso residenziale, che ospita oltre 700 unità ha potuto fruire dell’incentivo del Superbonus 110% attraverso un programma di riqualificazione attento al risparmio energetico e con l’apporto di tecnologie che minimizzano la manutenzione futura.

Vista area del complesso di cui verranno riqualificati 4 edifici (G1-G2-G7-G8).

 

Gli edifici di Chappis sono una delle prime realizzazioni sul versante italiano che si rifanno all’idea francese della stazione integrata. Caratteristica del progetto è la forte integrazione con il paesaggio, attraverso la disposizione planimetrica che ricalca la morfologia del sito, l’impiego di materiali locali come le scandole in legno del rivestimento e la costruzione di una strada sotterranea eliminando dalla vista le automobili per meglio tutelare il contesto naturale.
Le parti che emergono dal suolo non superano i 12 metri di altezza e gran parte degli edifici sono integrati nel profilo del terreno.
Le unità abitative sono di diverso taglio e ognuna ha un terrazzo privato.

 

Caratterizzante l’opera è l’uso delle scandole, tipico di questa architettura di montagna: alle originarie scandole in cedro sono state preferite quelle in larice.

 

Negli anni il progetto, particolarmente curato e ardito per l’epoca, ha dimostrato di saper rispondere in maniera più che adeguata alle condizioni climatiche invernali particolarmente rigide. Infatti le opere di manutenzione si sono limitate alla mera sostituzione di porzioni di scandole ammalorate, al rifacimento degli strati impermeabili di coperture piane e dei giardini pensili.
Oggi il complesso necessita di interventi più organici, con il duplice scopo di ridurre i consumi energetici di gestione del fabbricato e di minimizzare le esigenze di manutenzione futura.

 

La struttura è stata selezionata e inserita nell’elenco nazionale delle opere di rilevante interesse storico-artistico e riconosciute come particolarmente rappresentative dell’architettura contemporanea.

 

Il fabbricato G8, che comprende 89 appartamenti, è il primo a essere interessato dall’intervento. Spiega Davide Guida, coordinatore progetto Ecosisma Bonus Gabetti Lab: «I rilievi plano-altimetrici effettuati con il laser-scanner e le analisi termigrafiche hanno offerto elementi decisivi nella fase di studio, per ottenere un congruo isolamento delle murature, preservando il vecchio rivestimento, utilizzando la facciata ventilata e mantenendo l’aspetto esterno aderente all’originale». Inoltre, sono stati ripristinati tutti i tetti pensili per conservare l’impermeabilizzazione, ricoperti da terreno vegetale, seminato anche per ripristinare il verde com’era in origine.
I lavori proseguiranno con il G1, per arrivare poi agli edifici centrali del complesso.

 

I lavori sono iniziati dal fabbricato G8 che ospita complessivamente 89 appartamenti.

 

«Quando è iniziato il processo di riqualificazione abbiamo proposto tecnologie avanzate che potessero tutelare il fabbricato esistente e migliorarne la durabilità mantenendo intatta la struttura e la sua memoria – spiega l’architetto Luca Pallù. La facciata ventilata, i tetti rovesci, i materiali innovativi come l’aerogel e il vetro cellulare. Abbiamo rispettato i tanti vincoli. La scansione dei serramenti, per esempio, era oggetto di tutela. Bisognava anche rispettare il parametro di trasmittanza termica e il calcestruzzo armato nervato utilizzato per il tunnel sotterraneo che costituisce l’accesso ai fabbricati, ma che è anche utilizzato come passaggio e parcheggio lungo i lati. A questo proposito, un produttore di isolanti ha certificato per noi una variante di pannello di polistirene espanso sinterizzato (Eps) resistente al fuoco».

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