In Cina, rinascita rurale tra memoria e architettura

View Gallery

Nel cuore della provincia di Zhejiang, in un’area montuosa della contea di Xianju, il piccolo villaggio di Wanghu racconta una storia di rinascita architettonica e sociale.

Qui, dove un tempo sorgevano tre modeste case in terra battuta per la coltivazione dei funghi, oggi prende forma una nuova centralità pubblica: Villagers’ Home, spazio polifunzionale ideato dall’Architectural Design & Research Institute della Zhejiang University (UAD) per restituire alla comunità un luogo di aggregazione e memoria. Un’operazione di chirurgia architettonica sottile, che lavora per traduzione e reinvenzione dei prototipi vernacolari.

 

Prospettiva dal fiume, ph. ©Zhao Qiang.

 

Situato lungo una strada e affacciato su un piccolo corso d’acqua, l’edificio si sviluppa sul margine orientale del villaggio, in un’area dove permangono solo i ruderi delle vecchie abitazioni. Le poche pareti di terra cruda sopravvissute diventano testimoni silenziosi del passato e supporto per una nuova architettura.

 

Contrasto tra elementi pieni e vuoti, ph. ©Zhao Qiang.

 

Il volume a falda inclinata del nuovo centro si innesta direttamente tra le vecchie mura, come se crescesse da esse, secondo una logica di coesistenza tra vecchio e nuovo che evita ogni gesto mimetico, ma ricerca invece l’armonia tra materiali, proporzioni e atmosfera.

 

Cortile interno, ph. ©Zhao Qiang.

 

La forma architettonica si ispira ai moduli e alle tipologie locali: un sistema lineare con tetti a falde, elementi ricorrenti nell’immaginario rurale della zona.
Questa scelta genera uno spazio riconoscibile per gli abitanti, che vi ritrovano una scala ad essi familiare.
Ma il modulor qui non è solo un fatto compositivo: diventa principio attivo per la costruzione di relazioni tra interno ed esterno, tra edificio e contesto, tra passato e presente.

 

Spazi interni ed esterni, ph. ©Zhao Qiang.

 

Le vecchie pareti in terra, troppo deteriorate per sostenere nuove strutture, sono affiancate da muri in calcestruzzo a vista che ne accentuano per contrasto la consistenza materica e la fragilità.
Una reinterpretazione anche tecnica della costruzione vernacolare che si estende alle soluzioni di facciata: finestre d’angolo, aperture alte sotto falda e grandi vetrate scandiscono la composizione in funzione delle attività ospitate — dalla caffetteria all’area espositiva — e del desiderio di ricucire il rapporto tra interno e paesaggio.

 

Finestre d’angolo, ph. ©Zhao Qiang.

 

La Villagers’ Home è al tempo stesso centro civico, spazio espositivo, luogo per la proiezione di film, incontri e attività culturali. Una piccola infrastruttura sociale, flessibile e aperta a un uso continuo, pensata per offrire alla popolazione rurale uno spazio multifunzionale a misura di comunità.

La rigenerazione del villaggio non passa qui per la spettacolarizzazione del patrimonio, ma per il riattivarsi di una socialità di prossimità, sostenuta da un’architettura che sa essere discreta, radicata e necessaria.

© 2020 IoArch. All Rights Reserved.

Scroll To Top