IN DIE AUSSICHT

 Un nuovo spazio contemporaneo abbatte le barriere che separano l’interno del maso Pacherhof dalle vigne e permette agli ospiti di vivere nel paesaggio.

A 1.340 m slm, il vicino Passo del Brennero è il valico alpino più agevole e ben si comprende dunque l’importanza strategica che fino alla costruzione della ferrovia ebbero la vicina abbazia e l’intero abitato di Novacella dove sorge il maso Pacherhof, secondo documenti catastali addirittura precedente il 1142, anno di fondazione dell’abbazia, e abitato e gestito dalla stessa famiglia da almeno 200 anni, ovvero da quando una delle ultime discendenti dei Pacher andò in sposa a Huber di Elvas, pioniere della viticoltura nella Valle Isarco. Le vigne che circondano il maso sono oggi il fondamentale elemento del paesaggio culturale di Novacella, prima concreta promessa delle calde terre del Mediterraneo per i viaggiatori che provengano dalle fredde regioni danubiane, e sono la premessa indispensabile per cogliere lo spirito dell’intervento progettato dallo studio di architettura Bergmeisterwolf sull’impianto originario del maso, edificio storico tutelato dalla Soprintendenza dei Beni Culturali.

Modello del complesso; al centro, il nuovo padiglione

L’ampliamento dell’odierno Hotel Pacherhof consiste nella realizzazione (a tempi di record) di un padiglione e la sistemazione della corte antistante, instaurando un rapporto dialettico tra esterno e interno e tra memorie del passato e identità contemporanea della struttura ricettiva. Luogo di incontro delimitato all’esterno da un muro in pietra naturale, il nuovo spazio si sviluppa su una pianta a forma di trapezio irregolare. Qui gli ospiti possono pranzare e degustare i vini della tenuta di famiglia.

Vista del muro di contenimento che estende e protegge lo spazio esterno (foto ©Lukas Schaller)

Il padiglione collegato al corpo dell’edificio è realizzato in cemento idrorepellente e caratterizzato dal forte aggetto della cornice di copertura la cui pendenza convoglia l’acqua piovana verso il canale di scolo, frattura visibile attraverso il muro esterno. Pareti vetrate a scomparsa dilatano ulteriormente gli spazi coperti verso l’esterno, mentre la pietra utilizzata per il rivestimento del padiglione e del muro di contenimento richiama concettualmente e visivamente i retrostanti terrazzamenti coltivati a vite.

Interni del padiglione vetrato (foto ©Lukas Schaller)

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