ITALIA E GIAPPONE, PERCORSI PARALLELI

Dal 19 gennaio al 26 marzo, al museo Carlo Bilotti di Roma (Aranciera di Villa Borghese) la mostra Architettura Invisibile mette a confronto le spregiudicate sperimentazioni architettoniche che in contesti assai diversi si sono sviluppate in Giappone e in Italia tra gli anni Sessanta e Settanta.  

L’appuntamento romano, curato da Rita Elvira Adamo è parte del programma delle celebrazioni del 150° anniversario delle relazioni tra Italia e Giappone.

Il movimento Metabolista in Giappone e le avanguardie italiane raccolte sotto il nome di Architettura Radicale hanno seguito percorsi di ricerca paralleli, condividendo temi di indagine, strumenti, linguaggi e producendo straordinari effetti sull´architettura contemporanea. Una ricognizione sulle condizioni culturali, artistiche, sociali, politiche che hanno contribuito all’emergere di questi fenomeni introduce alle sperimentazioni di Arata Isozaki, Archizoom (Andrea Branzi, Gilberto Corretti, Paolo Deganello, Massimo Morozzi, Dario e Lucia Bartolini), Kiyonori Kikutake, Kisho Kurokawa, Fumihiko Maki, Otaka Masato, Superstudio (Adolfo Natalini, Cristiano Toraldo Di Francia, Roberto e Alessandro Magris, Gian Piero Frassinelli e Alessandro Poli), Kenzo Tange, UFO (Lapo Binazzi, Carlo Bachi, Patrizia Cammeo, Riccardo Foresi, Titti Maschietto, Sandro Gioli).

Superstudio. Monumento Continuo, Collage, 1969 (Grand Palais / Georges Meguerditchian / Centre Pompidou)

 

Cinquant’anni dopo, i temi dai quali prendevano le mosse quelle avanguardie – Ambiente, Tecnologia e Abitare – sono alla base dei progetti di 2A+P/A, AlphavilleArchitects, DAP Studio, Sou Fujimoto, IAN+, Yamazaki Kentaro, Yuko Nagayama, O+H Architects, OFL Architecture, Orizzontale, Studio Wok, Tipi Studio, anch’essi in mostra, all’interno di un grande elemento gonfiabile progettato dallo studio Analogique allestito sulla terrazza del museo.

2A + P/A. Casa della Memoria, Milano, 2011

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