Come cambia il mestiere del designer

 

Di solito la decorazione sulla facciata di un edificio é pensata dagli stessi progettisti come parte integrante dell´architettura. Siamo rimasti perció colpiti dall´esperienza di Job Smeets e Nynke Tynagel, i designer olandesi di Studio Job, autori dei pannelli ornamentali del complesso Jatopa ad Amsterdam. Dopo averli incontrati abbiamo capito che oggi il designer si pone valori e obiettivi diversi da quelli tradizionali della disciplina ma continua a condividerne i metodi e le tecniche volti alla sperimentazione. A rispondere per lo studio é Job Smeets.

Mr. Smeets, il vostro pensiero progettuale é interdisciplinare. Chi é il designer oggi?

Arte, design, moda, architettura e molte altre forme di espressione secondo noi parlano del medesimo argomento: sono tutte discipline in cui esprimere la creativitá.

Se il committente del designer tradizionale era l´industria, oggi chi é?

Le gallerie, gli architetti, i collezionisti, i musei, gli artisti, spesso sono in generale i nostri amici o persone in tutto il mondo che condividono il nostro approccio alla realtá e la nostra visione del mondo.

Pensando alla vostra scenografia per la sfilata di Victor & Rolf a Parigi, é vero che gli oggetti devono essere messi in scena per poter essere comunicati al pubblico?

Di solito la scenografia per una sfilata di moda deve mostrarsi in tutto il suo splendore per il tempo di 15 minuti. E´ come una scena in un teatro o un carro di Carnevale. Per quell´occasione abbiamo collocato un´opera d´arte, che avevamo creato nel 2008 per Swarovski, proprio sulla passerella. Siccome il pezzo é in realtá una scultura e non un decoro, questo ha fatto sí che immediatamente la scena vuota assumesse i toni di un evento importante e di grande clamore. Con ció non intendiamo che ogni opera debba essere necessariamente messa in scena, ma in quel contesto la soluzione é stata calzante agli scopi del mondo della moda in cui tutto si svolge in pochi istanti.

Voi usate indifferentemente l´iconografia cristiana medievale, il fumetto o il volto di un dittatore. Qual é il vostro linguaggio?

Noi siamo quotidianamente esposti a tantissimi diversi stimoli che, anche inconsciamente, determinano il nostro modo di affrontare la vita. Fare arte o design o un´altra forma di espressione creativa é come scolpire un diario in 3D.

E i pannelli decorativi per le facciate del complesso Jatopa? c´é dell´ironia?

Nynke e io abbiamo viaggiato molto e ci siamo lasciati ispirare dalle differenze iconografiche che vedevamo, come quelle tra i decori delle architetture di Roma e i mosaici di propaganda socialista della metropolitana di Mosca. Quando abbiamo cominciato a lavorare a fianco dello studio K?ther Salman Koedijk per decorare il loro complesso Jatopa, ci siamo resi conto che si trovava in una zona multiculturale. In Olanda ci sono spesso problemi stupidi di integrazione sociale: cosí per abbracciare tutte le culture presenti abbiamo usato ornamenti ispirati ad ogni luogo della terra: a volte frivoli, a volte di ispirazione politica o volutamente alla ricerca della simmetria, ma anche legati alla botanica e persino religiosi, a volte solo icone di scarafaggi e spazzatura. Insomma una rappresentazione della vita di ogni giorno in una comunitá multiculturale.

Come sono stati realizzati?

Li abbiamo scolpiti nel nostro laboratorio: 60 pannelli, di diverse dimensioni, da 25 cm x 1 metro e mezzo a 4,5 x 2 metri. Poi abbiamo realizzato stampi enormi in silicone per ottenere i bassorilievi e li abbiamo mandati a un´azienda specializzata in getti in calcestruzzo. Dopo qualche campione e prova di colore eravamo pronti a produrre oltre 800 mq di pannelli decorativi in cemento. Ci eravamo organizzati bene e infatti non si é presentato alcun problema. Il problema c´é stato invece con l´impresa che pensava che gli artisti fossero dei pigri sognatori. Cosí inizialmente aveva qualche riserva a lasciarci sviluppare i pannelli e gli stampi nel nostro laboratorio, temendo che non avremmo finito il nostro lavoro in tempo, facendo perdere loro del denaro. Alla fine ?le opere degli artisti? furono le uniche ad essere pronte nei tempi prestabiliti, mentre l´edificio vero e proprio fu terminato molto in ritardo. Curioso, no?

Sembrate rifiutare i dogmi della rivoluzione industriale e le tecnologie contemporanee. I vostri lavori recuperano tecniche di lavorazione artigianale anche antiche (come il vetro piombato delle vetrate di ?The Gospel?). Quale deve essere l´atteggiamento del designer oggi verso l´artigianato e verso l´industria secondo voi?

Alla fine tutte le tecniche di produzione, che siano antiche o nuove, avanzate o a basso contenuto tecnologico, sono strumenti che l´artista puó usare liberamente (con la discriminante dei costi). Quando si progetta una vettura in una fabbrica é normale utilizzare i piú recenti sistemi sviluppati per la produzione di massa, cosí come, quando si realizza un pezzo unico, lo é impiegare i metodi che ciascuno ritiene piú consoni. A volte per trovare la giusta plasticitá abbiamo bisogno di recuperare delle tecniche vecchie e in disuso che riescono a generare proprio l´immagine contemporanea che cerchiamo, come nel caso dell´armadio Robber Baron e degli altri i pezzi realizzati in fusione di bronzo a cera persa. Abbiamo provato la prototipazione rapida, ma non interpretava bene il nostro bisogno di donare una certa ?personalitá? al pezzo.

I vostri oggetti non sono utili. Se non sono piú d´uso, come possiamo chiamare gli oggetti quotidiani?

Il Modernismo non li avrebbe lodati come utili. Ma se guardiamo alle arti decorative in generale scopriamo che c´é sempre stata una forte spinta al simbolismo e che per quegli oggetti il simbolismo era effettivamente una funzione. Dopo la rivoluzione industriale, la ragione sociale che spingeva a rendere i prodotti accessibili per tutti si é trasformata in uno stimolo al costante incremento dei consumi delle masse, mentre il resto della gente moriva di fame. Il mio parere é che il valore della funzionalitá sia sopravvalutato in un oggetto e che sia ancora oggi decantato dall´industria semplicemente allo scopo di farci acquistare di piú.

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