LA CASA CARTESIANA

Sulle colline aretine, Villa N, una residenza non convenzionale è definita da piani ortogonali e spazi multilivello organizzati, funzionalmente e visivamente, intorno a una corte centrale.

Il progetto degli architetti Alessandro e Leonardo Matassoni per questa residenza monofamiliare sulle colline di Bucine, in provincia di Arezzo, si basa sull’assunto che la ricchezza dell’architettura dipenda dalle relazioni tra gli spazi e dalla loro esperienza dinamica. Di conseguenza, l’unità abitativa è stata organizzata attorno a un patio centrale, che diventa il fulcro funzionale e visivo della vita domestica. Questa logica compositiva consente una certa reciprocità tra i vari ambienti diurni creando scorci e percorsi inattesi intorno al nucleo-cavedio.

Piante dei livelli inferiore, intermedio e superiore ©Architettura Matassoni

 

La zona cucina-pranzo e lo spazio living con le aree necessarie alla circolazione sono stati messi in contatto diretto con l’esterno ricorrendo a una notevole permeabilità visiva, filtrata solo parzialmente dalla massa fogliare delle canne di bambù piantate al centro del patio, generando un tutt’uno privo di destinazioni funzionali eccessivamente rigide. 

Il solarium sul quale si apre la piscina coperta foto©Architettura Matassoni
 
Il patio centrale foto©Architettura Matassoni

 

La funzione baricentrica del cortile è in parte contraddetta dalle aperture perimetrali enfatizzate dalla proiezione centrifuga di alcuni elementi architettonici, spinti fino ai limiti estremi dell’area disponibile, di superficie molto limitata rispetto al volume edificabile consentito.

foto©Architettura Matassoni

 

Gli architetti hanno lavorato sulla consistenza e sulla massa del costruito destrutturandola gradatamente e cercando di raggiungere un’architettura che potesse slanciarsi verso l’esterno, con elementi via via più leggeri a cui sono stati affidati importanti ruoli funzionali – come il setto che segna l’asse dell’ingresso principale diventando una lunga trave sospesa in corrispondenza dell’accesso pedonale su strada.

La zona notte al primo piano è contraddistinta da una disposizione più privata e una connotazione “atmosferica” dovuta alle variazioni della luce naturale che filtra attraverso tagli lineari ricavati in copertura. 

Vista ovest della villa foto©Architettura Matassoni

 

In generale, il linguaggio espressivo di questa architettura è stato condizionato fin dalla fase progettuale dalla predilezione della committenza per angoli retti e superfici piane, che ha spinto i progettisti a cercare di superare la staticità connaturata a questa impostazione iniziale attraverso la disarticolazione strategica dei volumi, ottenuta mediante l’utilizzo di masse sospese e piani slittati gli uni rispetto agli altri. 

 
foto©Architettura Matassoni

 

In fase di costruzione, altre considerazioni della stessa natura hanno spinto verso l’adozione di un effetto total white e una progressiva semplificazione dei materiali utilizzati: semplice intonaco per tutte le superfici verticali, con l’eccezione di alcuni setti rivestiti con pannelli metallici – pareti ventilate realizzate con pannelli laminati di alluminio – e travertino abbinato a superfici flottanti in legno di accoya per le superfici orizzontali esterne. Anche dal punto di vista energetico, le soluzioni di carattere tecnologico, come impianti solari e radianti, sono state ridotte al minimo a vantaggio di sistemi passivi e low tech che garantiscono il controllo del microclima interno attraverso i flussi naturali d’aria fresca provenienti dalle zone verdi esterne.

Cancello e corte carrabile foto©Archietttura Matassoni 

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