LA GENEROSIT DELLARCHITETTURA

Con il titolo Freespace, la 16. Mostra Internazionale di Architettura che si svolgerà dal 26 maggio al 25 novembre 2018 a Venezia rappresenterà – nelle intenzioni di Yvonne Farrell e Shelley McNamara (Grafton Architects) che ne saranno le curatrici – la generosità di spirito e il senso di umanità di un’architettura che concentra la propria attenzione sulla qualità dello spazio e sui desideri inespressi di tutti gli utenti di quegli spazi.

Nelle parole di Farrell e McNamara, che questa mattina hanno incontrato la stampa insieme al Presidente della Biennale Paolo Baratta «Freespace celebra l’abilità dell’architettura di trovare una nuova e inattesa generosità in ogni progetto e dà l’opportunità di enfatizzare i doni gratuiti della natura come la luce, l’aria, la forza di gravità, i materiali – le risorse naturali e artificiali».

Freespace è anche quello spazio di opportunità, libero e non programmato, che nasce tra le persone e gli edifici anche quando l’architetto è uscito di scena e che genera nuove e impreviste modalità di condivisione, coinvolgendo le persone nel corso del tempo.

«Siamo convinte – hanno proseguito le curatrici – che tutti abbiano il diritto di beneficiare dell’architettura. Il suo ruolo è quello di offrire un riparo ai nostri corpi e di elevare i nostri spiriti. La bella parete di un edificio che costeggia la strada dona piacere ai passanti anche se non vi entreranno mai. Lo stesso piacere lo offre la vista di una corte attraverso un portale ad arco o un luogo nel quale trovare un punto di sosta per godere di un po’ di ombra o una nicchia che offre riparo dal vento o dalla pioggia.

 

Ciò che ci interessa è andare oltre ciò che è visibile, enfatizzando il ruolo dell’architettura nella coreografia della vita quotidiana. Nella 16. Mostra Internazionale di Architettura si celebrano gli esempi di generosità e di sollecitudine nell’architettura in tutto il mondo. Siamo convinte che queste qualità sostengano la capacità fondamentale dell’architettura di promuovere e supportare l’importante contatto che sussiste tra le persone e lo spazio. Concentriamo la nostra attenzione su queste qualità perché pensiamo che l’ottimismo e la continuità ne siano parte costitutiva. L’architettura che incarna queste qualità con generosità e desiderio di scambio è ciò che chiamiamo Freespace».

Da parte sua il Presidente Paolo Baratta ha dichiarato: «Come nelle precedenti edizioni della Biennale di Architettura procediamo la nostra indagine sul rapporto tra architettura e società civile. Lo scollamento tra architettura e società civile, e cioè la crescente difficoltà di quest’ultima a esprimere esigenze e predisporre risposte adeguate, ha condotto a fenomeni di urbanizzazione drammatici e caratterizzati da una gravissima assenza di spazi pubblici, o sviluppi governati dall’indifferenza come le periferie.
L’assenza di architettura impoverisce il mondo e riduce il benessere conseguito con lo sviluppo economico e demografico. Riscoprire l’architettura vuol dire tornare a esprimere un forte desiderio per la qualità dello spazio nel quale viviamo, una ricchezza da tutelare, da rinnovare e da creare. La prossima Biennale si muove su questa via
».

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