La Grange, la casa-paesaggio di LVArchitectes per Erwan Bouroullec

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In Borgogna, affacciata su una pendenza con vista aperta a 360 gradi sulle vallate e le foreste circostanti, una vecchia fattoria agricola rinasce come dimora contemporanea con un progetto firmato dallo studio LVArchitectes di Guillaume Le Dévéhat e Charlotte Vuarnesson in collaborazione con Erwan Bouroullec.

 

La riqualificazione della fattoria è stata condotta dallo studio LVArchitectes con Erwan Bouroullec, ph. ©Charles Petillon.

 

Nata da un desiderio personale del designer, che ne è anche committente insieme a Ève Bouroullec e Thierry Lesage, La Grange è una risposta progettuale colta e silenziosa alle urgenze del nostro tempo. Un’architettura che parla il linguaggio dell’essenzialità, della cura, della stratificazione. «Il nostro approccio è stato quello dell’ascolto e del rispetto. Non cancellare, ma trasformare. Non imporre, ma accompagnare» spiegano gli architetti.

 

Il progetto ha conservato gran parte delle strutture esistenti, ph. ©Philippe Thibault.

 

Il sito originale comprendeva più corpi di fabbrica: abitazioni, grange, stalle e un portico. L’intervento ha rispettato l’organizzazione originaria degli edifici attorno alla corte interna, conservando gran parte delle strutture esistenti e riscrivendone le funzioni.

Le volumetrie sono state mantenute, ma svuotate, ripensate e dotate di nuova vita. Dove prima c’erano le stalle, oggi si trovano un laboratorio, uno studio d’artista, spazi per l’accoglienza e la contemplazione.

 

Gli spazi di lavoro del padrone di casa, Erwan Bouroullec, ph. ©Philippe Thibault.

 

La caratteristica principale del progetto risiede nel dialogo costante tra il costruito e il paesaggio.
L’impianto insediativo, anziché dominare il terreno, lo asseconda. Gli scavi sono stati minimi, la pendenza naturale è stata mantenuta, e anche il recupero dell’antica fossa per l’insilato – oggi piscina naturale filtrata da piante acquatiche e alimentata da acqua piovana – mostra come l’architettura possa rigenerare piuttosto che sostituire.
Il paesaggio non è sfondo, ma materia attiva dell’intervento.

 

Interno dell’abitazione principale. Un ambiente attraversabile e flessibile, pensato per accompagnare i diversi momenti della giornata, ph. ©Philippe Thibault.

 

A livello costruttivo, la trasformazione si fonda su un uso attento dei materiali. I muri in pietra esistenti sono stati rinforzati; i tetti isolati esternamente in fibra di legno e rifiniti in legno Douglas. Le travi in quercia recuperate sono diventate architravi per le nuove aperture, le pietre del terreno formano gradini e soglie.
Ogni gesto costruttivo è parte di una grammatica della continuità.

 

Sono state mantenute le pareti divisorie in pietra della casa e aggiunti tramezzi leggeri con struttura in legno, ph. ©Philippe Thibault.

 

Anche gli aspetti energetici sono stati curati con attenzione. Il progetto garantisce ventilazione naturale grazie a una distribuzione calibrata delle aperture; sistemi passivi come frangisole e vegetazione contribuiscono ad accumulare calore d’inverno e al comfort d’estate.

Gli atelier, concepiti come spazi intermedi non riscaldati, offrono protezione dal freddo in inverno e fresco in estate. Il ciclo dell’acqua piovana è chiuso: raccolta in una cisterna interrata, l’acqua serve all’irrigazione e alimenta la piscina a filtrazione naturale.

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