La nuova sede romana di Confcooper nasce dal recupero di un edificio di fine Ottocento di sei piani. Il progetto di It’s crea una dialettica tra tracce originarie ottocentesche e segni contemporanei e si confronta costantemente la storia – la struttura tipologica originaria liberata da tutti gli elementi che ne compromettevano l’identità – e la contemporaneità introdotta attraverso la costruzione della nuova architettura.
E così brani di mura storiche si alternano a sottili pareti di vetro, il marmo si accosta all’alluminio riflettente, la parete verde verticale inquadra la geometria della corte in pietra.
Il marmo bianco Carrara è la materia prevalente usata per i pavimenti interni, rielaborato in chiave contemporanea attraverso una riduzione in lastre sottili dal tono latteo, ognuna dimensionata e prodotta attraverso l’uso del modello BIM e del taglio numerico.
Il progetto è stato occasione di ricerca e sperimentazione per la valorizzazione e il restauro del patrimonio con un approccio BIM, che ha interessato tutte le fasi, dal processo progettuale, alla produzione degli elementi di cantiere, alla futura gestione dell’edificio. Il BIM è servito innanzitutto come strumento per leggere attentamente la struttura dell’edificio storico. “La ricognizione dello spazio è avvenuta inizialmente con un rilievo laser che ha restituito una radiografia dell’edificio di cui abbiamo potuto conoscere lo stato strutturale nel dettaglio, i reali spessori delle murature, le cavità nascoste e non accessibili” ha spiegato infatti Matteo Sarrocco, BIM manager di It’s.
In BIM sono stati elaborati il progetto, il programma e la gestione del cantiere: attraverso il modello popolato di dati è stato possibile seguire la vita dell’edificio durante la sua attività e in particolare rispetto ai consumi e agli usi dello spazio.
Il processo di riduzione della materia caratterizza anche le partizioni verticali divisorie tra gli spazi di lavoro, costituite da lastre di vetro zigrinate per aumentare la riflessione della luce esterna verso le parti più interne dell’edificio e creare un pattern per conferire privacy ai singoli uffici.
Il linguaggio neutro dell’interior design si esprime attraverso materiali scelti per la capacità di riflettere la luce e creare atmosfere piene di personalità. Il marmo bianco Carrara per i pavimenti interni è stato rielaborato in chiave contemporanea attraverso una riduzione in lastre sottili; il marmo verde Alpi e il rosa del Portogallo sottolineano le parti comuni dell’edificio, identificando con una policromia materica gli spazi a uso collettivo. Gli arredi contemporanei di Arper, Vitra, Danese, Artemide forniti da spazio 5 Arredamenti di Roma si dispongono in modo armonico sui marmi di B-Stone.
Anche all’esterno, la ricerca di luminosità ha influenzato le azioni principali di intervento, in particolare quella legata all’uso del bianco per il trattamento dei prospetti che ha riportato la facciata a una purezza di linee essenziali.
Crediti
Committente Confcooper Società Cooperativa
Architettura It’s
BIM Parallel Digital
Impresa Esecutrice Consorzio Consital, CEA Cooperativa Edile Appennino, L’Operosa impianti
Strutture Dedalo Ingegneria
Impianti AG&C Associati s.r.l.
Sicurezza arch. Francesco Bindi
Paesaggio Paisà
Superficie 4.100 mq
It’s
It’s è una società di architettura orientata alla ricerca e all’innovazione fondata nel 2016 da Alessandro Cambi, Francesco Marinelli e Paolo Mezzalama con sedi a Roma, Ginevra e Parigi. It’s si rivolge a committenti che ricercano nell’innovazione un potenziale etico ed economico, all’interno del quale lo sguardo di architetti può portare valore aggiunto.
Con It’s è nata Parallel Digital, start-up all’avanguardia nello sviluppo del progetto con metodo BIM e nella sperimentazione digitale.
Alessandro Cambi, Francesco Marinelli e Paolo Mezzalama in precedenza sono stati soci fondatori del gruppo Scape, inserito nella lista dei 10 migliori studi emergenti dal Ministero della Cultura Francese e vincitore nel 2014 del premio Giovane Talento dell’Architettura bandito dal Consiglio Nazionale degli Architetti Italiani.
I tre architetti hanno svolto e svolgono numerose collaborazioni con diverse università tra Ferrara, Roma TRE e il Politecnico di Losanna.