Realizzata in occasione di Art City Bologna, è ancora visitabile (fino al 5 marzo) a Palazzo D’Accursio la mostra personale di Slaven Tolj Craquelure. Pavo and me.
Nei lavori esposti, che spaziano dalla scultura alla fotografia, prende forma la storia dell’artista croato, con un racconto intimo condotto attraverso le vicende personali e storiche che ne hanno segnato la vita, a partire dalla guerra nel cuore dell’Europa e la dissoluzione della Jugoslavia; la guerra fratricida dei Balcani; la morte senza senso di persone care come il fotografo Pavo Urban a cui è dedicata la mostra, ucciso da una granata nell’assedio di Dubrovnik il 6 dicembre 1991.
E ancora, il profondo cambiamento politico e sociale che ne è seguito, la capillarità della penetrazione del consumismo e il conseguente mutamento antropologico, fino alla drastica trasformazione di Dubrovnik per effetto del turismo di massa.
Allo stesso modo anche questioni più strettamente personali sono state per l’artista una fondamentale lente di osservazione della realtà; il corpo segnato dall’ictus, gli esercizi di riabilitazione per riprendere l’uso del linguaggio, la difficoltà a esprimere compiutamente in forma verbale i propri pensieri sono diventati l’humus che ha prodotto la nascita di nuove opere intorno al tema dell’incomunicabilità.
Con un racconto che prende forma anche attraverso la propria presenza – il 4 e il 5 febbraio l’artista ha dato vista anche a due performance site-specific – Tolj mette in luce le fessure e le scorticature che la vita e la storia causano sul tessuto della nostra esistenza, come la craquelure che si produce sulla superficie dei dipinti a olio col passare degli anni.
L’esposizione bolognese, a cura di Daniele Capra, è promossa da Galerie Michaela Stock, Vienna con il supporto di Kontakt Collection, Vienna, in collaborazione con Art radionica Lazareti, Dubrovnik e dal Settore Musei Civici Bologna | Musei Civici d’Arte Antica
Slaven Tolj
La pratica artistica di Slaven Tolj (Dubrovnik, 1964, vive e lavora a Dubrovnik e Rijeka) è il frutto di un profondo scavo interiore, in cui elementi della vita personale dell’autore e una lucida analisi del contesto politico-sociale si fondono.
Le sue opere, caratterizzate da interventi essenziali, spaziano dalla performance alla fotografia, dall’installazione alla scultura realizzata con elementi trovati. Tolj ha affiancato l’attività artistica a quella militante di direttore di museo e istituzioni.
Ha esposto e realizzato performance in musei e festival a Zagabria, Vienna, Budapest, Lubiana, Stoccolma, Tel Aviv e New York. Ha partecipato inoltre a Documenta X a Kassel e alla 15. Biennale di Architettura di Venezia