Le fotografie di Christian Aschman al luca-Luxembourg Centre for Architecture

Dal 9 novembre 2023 al 3 febbraio 2024, il luca – Luxembourg Centre for Architecture espone una selezione di fotografie scattate da Christian Aschman nell’ambito del progetto affidatagli nel 2022 dal Fondo Kirchberg, l’ente pubblico che, sotto la supervisione del ministero della mobilità e dei lavori pubblici, si occupa dell’urbanizzazione e dello sviluppo dell’altopiano di Kirchberg, prossimo alla capitale del Paese.

 

Il lavoro di Christian Aschman apre una riflessione sul ruolo che la fotografia può svolgere come strumento di pianificazione urbana e territoriale.

 

Da circa quindici anni il fondo incarica importanti fotografi di documentare lo sviluppo urbano e di aprire, ciascuno a suo modo, prospettive diverse su Kirchberg.

 

Le fotografie di Christian Aschman mostrano che nel quartiere gli strati storici si giustappongono e nuovi edifici appaiono quasi allo stesso ritmo con cui altri scompaiono.

 

Fotografo esperto con la passione per l’architettura, Christian Aschman ha catturato con meticolose inquadrature e composizioni la grande diversità che caratterizza il paesaggio dell’altopiano, le nuove architetture e vedute più ampie del territorio.

 

La mostra è ospitata al luca – Luxembourg Centre for Architecture è una fondazione privata senza scopo di lucro creata nel 1992 con l’obiettivo principale di assicurare la promozione della qualità architettonica come fatto culturale. Il centro comprende una biblioteca con oltre 7.000 titoli e 40.000 documenti grafici, audio e video.

 

L’allestimento della mostra, curata da Christian Aschman, Maribel Casas e Martine Hemmer, è stato studiato per trasmettere sia la linearità avvertita dal fotografo mentre percorreva l’altopiano sia la diversità di volumi e forme che caratterizzano l’architettura e l’urbanistica della zona. Una mappa sospesa completa l’esposizione aiutando i visitatori a contestualizzare le immagini.

 

Nelle fotografie di Christian Aschman è spesso protagonista la vegetazione, mentre gli esseri umani raramente compaiono.

 

Spinto dal desiderio di esaustività, Christian Aschman ha optato per un approccio rigoroso e sistematico, suddividendo il suo oggetto di studio in otto zone che ha rilevato da ovest a est per oltre un anno, realizzando più di cinquanta sessioni fotografiche. Mentre attraversava l’area nel corso delle stagioni, ha avuto accesso a diversi edifici per catturare vedute dall’alto, rivelando un mondo nascosto agli occhi dei pedoni.

 

Christian Aschman ha lavorato su otto zone, rilevate da ovest a est per oltre un anno, realizzando più di cinquanta sessioni fotografiche.

 

Linee grafiche disegnate per caso o dalla mano dell’uomo compongono queste vedute a volo d’uccello accuratamente incorniciate.
La vegetazione, a volte controllata, a volte rigogliosa, appare come un soggetto a sé stante, mentre gli esseri umani raramente compaiono nella composizione.
Le fotografie, in cui predominano superfici minerali e cementizie, testimoniano i diversi modi di progettare e concepire lo spazio pubblico sull’altopiano.

 

Vista dell’allestimento della mostra, curata da Christian Aschman, Maribel Casas e Martine Hemmer.

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