Le Grotte della Civita

Erano la “vergogna dell’Italia”, dal 1993 sono patrimonio dell’Unesco. Oggi i Sassi di Matera richiamano turisti da tutto il mondo grazie a un progetto culturale di recupero del patrimonio storico minore.

L’albergo diffuso Le Grotte della Civita è stato realizzato nel Sasso Barisano, uno dei due antichi rioni del centro storico di Matera (l´altro è il Sasso Caveoso), in prossimità della chiesa di San Nicola dei Greci, e si articola in 19 stanze doppie, ricavate da ambienti ipogei e scavati, e un´antica chiesa rupestre che ospita la reception e un ambiente comune. Obiettivo del progetto di recupero e risanamento conservativo era la conservazione del patrimonio edilizio e del valore storico e antropologico del luogo, mantenendone intatta l´omogeneità spaziale, le volumetrie e le caratteristiche architettoniche e recuperando la percezione “ecologica” che questo insediamento unico al mondo conservò fino al Settecento. Consolidate le strutture, sono stati salvaguardati tutti gli elementi lapidei esistenti, come le mangiatoie. Per pavimenti e soglie sono stati utilizzati mattoni e pietre di recupero. 

(foto ©Sextantio)

Per i vani finestra a spigoli vivi si sono resi necessari nuovi infissi, realizzati risagomando legname e ferro ossidato di porte e finestre recuperate, con uno stile che ripropone la tipologia prevalente nei Sassi e con tecniche costruttive artigianali, utilizzando vecchi chiodi per il bloccaggio. Gli intonaci esterni sono ancora quelli medievali, non tinteggiati né raschiati, e conservano l´ossidazione e i talli lichenici che ricoprono i blocchi di tufo, mentre pareti interne e volte sono state trattate nel modo meno invasivo possibile salvaguardando i segni delle antiche lavorazioni dei singoli conci, come i fori per le mensole in legno. Gli arredi sono stati ricostruiti con legni secolari di recupero e perfino la biancheria di lino è stata realizzata da antichi crolli nuziali di inizio Novecento. Anche se le grotte mantengono al loro interno una temperatura costante di 15/18 gradi, i livelli di umidità possono diventare insopportabili. Per questo ogni stanza è stata dotata di riscaldamento a pannelli radianti a pavimento e di un impianto di deumidificazione e raffrescamento. 

(Foto ©Sextantio)

In grado di accogliere 40 ospiti in 19 camere, l’albergo diffuso Le Grotte della Civita si sviluppa su tre livelli, collegati da uno scalone e da un sistema di terrazze dalle quali si accede in modo indipendente alle singole stanze, alcune delle quali di più di 100 mq di superficie. Tutti gli ambienti esterni, tra cui l´ampia terrazza dell´ambiente comune, trattata a giardino e orto con essenze tipiche delle Murge, si affacciano a strapiombo sulla gola scavata dal fiume Gravina, al di là della quale si apre il drammatico scenario del Parco delle Murge con le sue chiese rupestri. Chi, trovandosi a Matera, non godrà dell´ospitalità dell´albergo diffuso potrà almeno, osservando dall´alto della città nuova le luci delle candele e dei fuochi accesi per gli ospiti, riprovare l´impressione del cronista Verricelli che nel Cinquecento osservava che a Matera il cielo e le stelle, anziché per aria, si possono vedere sotto i piedi degli uomini.

 

DANIELE KIHLGREN

Milanese, 47 anni, Daniele Kihlgren scopre Santo Stefano di Sessanio nel 1999, nel corso di un vagabondaggio in moto sui monti dell’Abruzzo. È da lì che parte il progetto di Sextantio, società di sviluppo immobiliare e turistico che ha creato la formula dell’albergo diffuso, basata sul recupero filologico e la riqualificazione del patrimonio storico “minore”: una cultura del paesaggio per salvare le identità territoriali in tutte le loro declinazioni, dagli arredi locali fino alle culture materiali, artigianato e cibo. In Italia ci sono 2.000 borghi storici semiabbandonati. Sextantio ne ha già acquistati 9, ha ricevuto 600 proposte di intervento e in questo momento sta lavorando per l’ottenimento dal Demanio di una seconda concessione a Matera.

 

 


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