Le tre pietre sacre di Gerusalemme, la lectio del Cardinale Ravasi al Colosseo

In occasione del recente restauro del dipinto murale raffigurante una veduta ideale della città di Gerusalemme, realizzato nel XVII secolo nell’Anfiteatro Flavio, sull’arco di fondo della Porta Triumphalisvolta verso il Foro Romano, oggi al Colosseo si è tenuta la lectio magistralis di Sua Eminenza il Cardinal Gianfranco Ravasi “Le tre pietre sacre di Gerusalemme”.

Le parole pronunciate dal Cardinale Ravasi hanno ripercorso il sogno biblico e la realtà ecumenica di Gerusalemme che racchiude i segni della sacralità di tre religioni «che possono diventare simboli di santità, di comunione, di incontro», ha detto il Cardinale, che ha così concluso la sua lectio: «Il dialogo interreligioso tra i monoteismi ‘gerosolimitani’ e quello ecumenico tra cristiani d’Occidente e cristiani d’Oriente che proprio nella città di Cristo si sono per secoli divisi e osteggiati è nell’imprinting stesso di Gerusalemme, e sarà impegno costante di tutte le confessioni religiose di trasformarlo da sogno utopico in realtà storica e quotidiana».

La registrazione della lectio magistralis è disponibile – dalle 19 – sul canale YouTube e sulla pagina facebook del Parco archeologico del Colosseo.

Il Cardinale Gianfranco Ravasi questa mattina al Colosseo

«L’appuntamento di oggi ha offerto una occasione di riflessione posta dalle parole del Cardinal Ravasi, ma è stato anche un incontro che ha consentito di ricordare le molte vite dell’Anfiteatro Flavio, ben oltre quella dei giochi gladiatori», ha commentato Alfonsina Russo, Direttore del Parco archeologico del Colosseo.

Il dipinto del Colosseo, realizzato nel XVII secolo, è tradizionalmente assegnato al pontificato di Clemente X (1670-1676) in occasione della campagna decorativa promossa per le celebrazioni del Giubileo del 1675. Il cantiere di restauro, conclusosi questa estate, ha riportato in evidenza una testimonianza importante della storia del Colosseo in una fase di vita meno frequentata ma molto più lunga di quella di epoca romana.
Il restauro ha consentito di rafforzare anche l’ipotesi della fonte iconografica, avanzata in studi del secolo scorso, risalente alla fine del XVI secolo da cui sono derivate numerosi varianti. La più prossima al dipinto del Colosseo è una stampa di Antonio Tempesta del 1601 conservata all’Albertina di Vienna.

L’evento di questa mattina è stato ideato dal Parco archeologico del Colosseo con la promozione e organizzazione di Electa.

© 2020 IoArch. All Rights Reserved.

Scroll To Top