Le Tres Xemeneies, nuove funzioni per un landmark brutalista
Le Tres Xemeneies, nuove funzioni per un landmark brutalista
Le Tres Xemeneies, nuove funzioni per un landmark brutalista
Le Tres Xemeneies, nuove funzioni per un landmark brutalista
Le Tres Xemeneies, nuove funzioni per un landmark brutalista
Sfiorano i 200 metri di altezza le ciminiere della centrale termoelettrica di Sant Adrià, e arrivando a Barcellona dal mare è impossibile non vederle, anche perché non sono uno dei migliori esempi di grazia e proporzioni, e in architettura l’armonia è tutto.
Tuttavia l’ipotesi di abbattimento, dopo la dismissione nel 2011, suscitò nella popolazione più proteste di quelle provocate dalla loro costruzione, negli anni Settanta, e così nel 2015 vennero cedute gratuitamente al Comune.
Oggi le Tres Xemeneies sono oggetto di un progetto di trasformazione messo a punto dallo studio di Barcellona Garcés de Seta Bonet Arquitectes che con Marvel Architects per il paesaggio è risultato vincitore – tra le 26 candidature raccolte – di un concorso di architettura indetto dalla Generalitat de Catalunya per il futuro campus audiovisivo ‘Catalunya Media City’.
Con il titolo di felliniana memoria ‘E la nave va’, il progetto lascia intatto l’esistente, cui aggiunge un nuovo volume in legno e vetro su quattro livelli la cui ‘pelle’ tecnologica è capace di proiettare luce, suoni e immagini, e affronta lo spazio esterno stabilendo, con quattro tagli trasversali che attraversano il grande edificio, nuovi collegamenti naturalistici tra la città e il mare.

I tagli definiscono i tre corpi equivalenti e autonomi nei quali si articola l’intero spazio costruito, corrispondenti ciascuno a una delle entità funzionali del futuro Catalunya Media City e ai quali si aggiunge il segmento del nuovo volume, edificato a prolungare uno dei lati così che le tre ciminiere appariranno centrate e simmetriche rispetto ai volumi che fungono da basamento.

Attraverso i vuoti dell’edificato si insinuerà la vegetazione, fino a colonizzare e vivificare gli spazi interni. Scale leggere si svilupperanno sulla facciata rivolta al mare, fungendo da ponte tra l’interno della sala e la passeggiata longitudinale che copre una nuova duna artificiale che potrà essere impiegata per i set cinematografici: un elemento, a metà tra architettura e paesaggio, che insieme alla strada logistica che lo delimita segna anche nuove quote (la nuova quota d’accesso sarà a 6,55 m (attuale primo piano delle navate) e a 5,00 m l’accesso principale) per affrontare il possibile innalzamento del livello del mare e le mareggiate.

Lo spazio più spettacolare del progetto è la sala delle Turbine: «un corpo prismatico imponente– come la descrive la co-fondatrice dello studio Garcés de Seta Bonnet Anna Bonet – dove una foresta di pilastri convive in fortuita armonia con vuoti e pieni a diversi livelli.
Il nuovo intervento – prosegue Anna – si sovrappone alla ricchezza di questo paesaggio interno senza cancellarne la scenografia. La grande sala del terzo piano ricorda la Turbine Hall della Tate Modern di Londra, l’Aviva Studios Warehouse di Manchester o il Park Avenue Armory di New York. Tutti questi spazi unici di un passato industriale recente ci offrono ingredienti generosi in termini di dimensioni, proporzioni e capacità notevole.
Nel caso specifico, l’altezza è di 17 metri e la lunghezza di 160. Il progetto valorizza il carattere vuoto di questo magnifico spazio, attrezzando in modo integrale solo il soffitto e il pavimento, permettendo di ospitare in questo spazio flessibile qualsiasi attività, da performance intime a installazioni su larga scala con capacità fino a 4.500 persone».

Dotata di una struttura con elevata capacità di carico, accessi ai livelli superiori e la possibilità di sospendere attrezzature tecniche al soffitto, se ne potrà sfruttare al meglio la forma allungata e le viste verso Barcellona, Badalona, il mare e il paesaggio circostante. Il progetto prevede anche la possibilità di suddividerla in ambienti più piccoli grazie a tende acustiche, schermi o – se è necessario un maggiore isolamento – con l’inserimento di strutture indipendenti interne (box in a box).
L’intervento delle Tres Xemeneies prevede la parallela redazione di un Piano Urbanistico Speciale (Peu) che oltre alle specificità che emergeranno in merito a usi, volumetria, condizioni per l’organizzazione e la costruzione dell’edificio comprenderà le condizioni di urbanizzazione dell’ambiente circostante, gli aspetti legati alla complessa logistica del media center e la nuova piazza che lo collega alla città, la cui realizzazione è prevista di fronte al nuovo edificio dove sarà collocato l’ingresso principale del centro.





