L’età dei metalli, opere di Alessandro Mendini in mostra a Milano

Dal 4 aprile apre al pubblico, presso la M77 Gallery di via Mecenate a Milano, “L’età dei metalli”, con oltre 55 opere di Alessandro Mendini (1931-2019), tra cui alcuni straordinari inediti, che hanno come comune denominatore il metallo.
Il progetto espositivo a cura di Stephan Hamel con la partecipazione particolare di Francesca Alfano Miglietti mostra un’inedita visione dell’eclettico architetto, il cui intento era quello di infondere un’anima agli oggetti, che non sono solo strumenti ma simboli, feticci e racconti delle aspirazioni e dell’amore che ha condotto a crearli e usarli.
«Dalla profondità dei tempi – scriveva Mendini nel 2014 – gli oggetti del mondo hanno posseduto un’anima, quella delle aspirazioni spirituali degli uomini dei loro popoli. L’oggetto di serie dell’epoca industriale è alla ricerca dell’anima perduta».

Alessandro Mendini, Nine Miniatures: Kandissi, Short Stories, 2004. Miniatura in bronzo dorato, cm 48x20x31, edizione di 9 esemplari + 3 prove d’autore (ph. Riccardo Bianchi).

 

La scelta curatoriale prende spunto dall’interesse di Alessandro Mendini per l’uso dell’oro come nella torre del museo di Groningen e del giallo e nero nel decoro a scacchi della pensilina degli autobus di Hannover, o in alcune installazioni dei primi anni Novanta, dove questa quadrettatura si espande e invade le superfici di pareti, quadri, oggetti e sculture.

«Il quadrettato è un segno enigmistico e anche enigmatico, specialmente se giallo e nero, oppure oro e nero – scriveva l’architetto. È un sistema altamente segnaletico, usato tanto nell’araldica medievale, quanto sulle piste degli aeroporti. Se è molto piccolo si traduce nella griglia di un mosaico o nella trama del tessuto a piccolo punto, se è grande può tradursi nel solo incrocio di due colori».

Negli spazi della galleria M77 sono presenti alcuni dei molti oggetti che esprimono questo gioco dell’accostamento dei due colori e dei materiali come il bronzo dorato del piccolo Cavaliere di Dürer (D613 Studiolo, Grenoble), delle miniature di Short Stories, preziose sculture dorate di alcuni storici mobili ideati a partire dagli anni ’70, nel periodo Radical, fino alla riproduzione in gioielli d’oro a pendente degli Stilemi (Alessandro Mendini. Cose).

Alessandro Mendini, Mobili per Uomo: Guanto, Bisazza, 1997. Mobile contenitore in metallo e scultura in mosaico in foglia d’oro, 91 x 70 x h. 236 cm. Archivio Fondazione Bisazza

Ma anche l’acciaio della grande sedia Scivolavo (Short Stories), il mosaico in foglia d’oro dei mobili scultura (Bisazza); la ceramica dei vasi Camino in finitura oro 24 kt e platino opaco e la miniatura Proust Marieda in platino ramato maculato (Alessandro Mendini. Cose) e il vetro del vaso Rombo, nella nuova colorazione all’uranio, realizzata da Lasvit secondo la tradizione dei maestri vetrai di Boemia.

Argento, smalto e rame sono invece i materiali scelti da Alessandro Mendini per il suo omaggio ai Futuristi italiani, rappresentati come visi e maschere da parete, sculture realizzate dall’Argenteria Pampaloni di Firenze.

Alessandro Mendini, Maschere Futuriste: Marinetti, Argenteria Pampaloni Firenze, 2017. Maschere in metalli e smalti, cm 35x6x40. Edizione di 9 esemplari +3 prove d’autore (ph. Arrigo Coppitz).

 

Gli oggetti delle edizioni Alessandro Mendini. Cose sono stati individuati dal grande patrimonio di progetti e disegni dell’Archivio Alessandro Mendini, curato da Elisa e Fulvia Mendini.

L’età dei metalli è visitabile fino al 20 maggio 2023 presso M77 Gallery, in via Mecenate 77, dal martedì al sabato, dalle 11 alle 19.

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