MARIO RADICE, IL PITTORE E GLI ARCHITETTI

In corso fino al 24 novembre alla Pinacoteca Civica di Como l’importante mostra “Mario Radice: il pittore e gli architetti. La collaborazione con Cesare Cattaneo, Giuseppe Terragni, Ico Parisi”, a cura di Roberta Lietti e Paolo Brambilla.

La mostra, ideata da Roberta Lietti – che ne è anche curatrice insieme a Paolo Brambilla –  mette in luce per la prima volta il lavoro sinergico tra Radice e gli architetti comaschi Giuseppe Terragni, Cesare Cattaneo e Ico Parisi, espressione delle tre arti scultura, architettura e pittura.

Nel percorso espositivo, organizzato in tre sezioni, le opere trovano un chiaro riferimento in immagini fotografiche d’epoca, plastici, scritti, disegni preparatori e studi su carta – tra cui molti inediti – conservati presso gli archivi della Pinacoteca di Como e in gran parte provenienti dal Fondo Mario Radice donato al Comune dagli eredi, che approfondiscono il rapporto ideativo, progettuale e di collaborazione dei protagonisti.

Ico Parisi e Mario Radice, tavolino da salotto per la ditta Altamira di New York, 1954. Mosaico in tessere di marmo su disegno di Mario Radice

 

Il rapporto tra Mario Radice e Cesare Cattaneo si concentra sulla Fontana di Camerlata, concepita tra il 1934 e il 1935 e realizzata l’anno successivo in occasione della VI Triennale di Milano, trovando collocazione al centro di Parco Sempione, sull’asse fra il Castello Sforzesco e l’Arco della Pace; demolita al termine dell’esposizione nel 1937, verrà ricostruita a Como soltanto nel 1960. 

La mostra affronta poi il rapporto con Giuseppe Terragni attraverso due grandi lavori corali, la Casa sul lago per artista presentata alla V Triennale di Milano del 1933 e la Casa del Fascio di Como, per la quale Radice aveva realizzato tra il 1932 e il 1936 due grandi bassorilievi per la Sala del Direttorio al primo piano e otto affreschi nel Salone delle Adunate al piano terra.

Infine vengono presentati i bozzetti a colori degli affreschi di Casa Carcano a Maslianico e di Casa Notari a Fino Mornasco di Ico Parisi, realizzati nel 1950 ed entrambi andati distrutti.

Fulcro particolarmente suggestivo di quest’ultima sezione la proiezione in scala 1:1, a cura dei giovani videomaker di OLO Creative Farm, di uno dei mosaici realizzati da Radice per la facciata di Casa Bini a Monteolimpino, villa progettata da Parisi ed edificata tra il 1952 e il 1953.

Casa Bini a Monteolimpino, 1952, progetto di Ico Parisi con Gian Paolo Allevi, mosaici di Mario Radice. La scultura in primo piano è di Francesco Somaini

 

Accompagna l’esposizione un approfondito catalogo edito da Silvana Editoriale con contributi critici di Roberta Lietti, Roberto Dulio e Stefano Andrea Poli.

 

Mario Radice: il pittore e gli architetti. La collaborazione con Cesare Cattaneo, Giuseppe Terragni, Ico Parisi


Ideazione Roberta Lietti

A cura di Roberta Lietti e Paolo Brambilla

Allestimento Paolo Brambilla

Sede Pinacoteca Civica di Como, via Diaz 84 – Como

Date 14 giugno – 24 novembre 2019

Orari mar-dom 10:00-18:00 

Ingresso compreso nel biglietto d’ingresso alla Pinacoteca di 4 euro

 

 

Mario Radice nasce a Como il 1 agosto 1898; soprattutto pittore, è anche scultore e progettista, nonché saggista e critico d’arte. Caposcuola dello storico Gruppo astrattista di Como, negli anni Trenta è tra i fondatori della rivista Quadrante. Partecipa alla V, VI e IX Triennale di Milano, di cui entra nella giunta tecnica esecutiva per la X edizione e nel 1955 è invitato a far parte del Centro Studi e nominato nel Consiglio d’Amministrazione della XI edizione. Prende parte inoltre alla III, IV, VII, VIII, X e XI Quadriennale di Roma e continuativamente dalla XXII alla XXIX Biennale d’Arte di Venezia, dove torna nel 1966 per la XXXIII edizione e nel 1968 è invitato a far parte della sottocommissione per le arti figurative della XXXIV edizione. 

Nel 1964 riceve la medaglia d’oro per meriti artistici dal Consiglio Provinciale di Como.

Espone con mostre personali e collettive presso importanti gallerie e spazi pubblici e privati in Italia e all’estero. Centrali nella sua carriera le collaborazioni con architetti e progettisti per ville, case, esposizioni e monumenti pubblici e privati. Nel 1973 Guido Ballo pubblica la prima monografia a lui intitolata; lo stesso anno riceve dal Comune di Milano l’Ambrogino d’oro per gli importanti meriti artistici. Si spegne a Como il 25 luglio 1987.


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