MARMI PER LARCHITETTURA SACRA

Dedicato a S. Ambrogio e distrutto durante la Grande Guerra, il Duomo di Monfalcone (Go) fu ricostruito in stile neoromantico tra il 1926 e il 1929 su progetto degli architetti Gino Benigni e Francesco Leoni e in seguito oggetto di interventi di ridefinizione realizzati negli anni Sessanta-Settanta.

I lavori di adeguamento liturgico terminati di recente rientrano nel progetto complessivo di rinnovamento dell’architetto Rodolfo Boscarol approvato nel 2009 e si rapportano alla spazialità architettonica di matrice paleocristiana e alla definizione longitudinale della chiesa esistente.

L’asse della chiesa è stato ridefinito mediante una successione di episodi architettonici e liturgici realizzati con marmi Margraf: il sagrato, il portico, la porta, l’asse processionale con a fianco il battistero in marmo nero Port Laurent, il presbiterio basso in Lipica Unito, la piattaforma del celebrante in Verde Pavone così come la predella dell’altare, l’ambone e lo scalone monumentale in Veselye, l’altare in Giallo d’Oriente (punto focale della nuova sistemazione liturgica e collocato al centro del presbiterio alto risalente al 1929),  il ciborio in Bianco Namibia, il crocifisso, l’abside e il catino absidale.

 

 

Dall´alto, la facciata e la navata principale e del Duomo di Monfalcone


Tutti i marmi sono stati lavorati e posati in collaborazione con l´azienda Sgubin Marmi riprendendo in chiave contemporanea l’antichissima tecnica a macchia aperta

L’altare è rialzato rispetto al piano del presbiterio da tre gradini in marmo Verde Pavone che fuoriescono dai limiti dei quattro pilastri del ciborio. La mensa in Giallo d’Oriente è sorretta da quattro colonne per lato – i quattro Evangelisti – in Bianco Perlino spazzolato.

L´altare

 

Il nuovo ciborio si innalza sopra l’altare a costituire con esso un unicum architettonico e teologico ed è composto di quattro pilastri sostenuti da una struttura in ferro rivestita in marmo Bianco Namibia, con andamento degradante in spessore verso una copertura a volta in piattine di ferro dorate. Alle spalle dell’altare è collocato, in posizione preminente, l’unico crocefisso della chiesa sospeso nello spazio dell’abside. 

Il nuovo luogo della presidenza è costituito dal rifacimento del presbiterio basso realizzato negli anni Sessanta-Settanta: quest’ultimo, in marmo Lipica Unito, è stato ingrandito e abbassato di 3 gradini.

La sede del celebrante

L’ambone, luogo della parola, poggia su un basamento in Verde Pavone che fuoriesce dal piano del presbiterio basso ed è perimetrato da una balaustra a cassettoni in marmo Giallo d’Oriente. Sempre sull’ambone è presente la tribuna dell’Evangelo con leggìo in Breccia Paradiso sorretto da due colonne in Bianco Perlino – a simboleggiare i due angeli che nel Vangelo di Luca annunciano alle Mirofore la resurrezione di Cristo. Verso la navata l’ambone è delimitato da una parete in Bianco Perlino, emblema della pietra sepolcrale.

Il luogo della ministerialità liturgica è collocato sul nuovo presbiterio basso, sul lato opposto all’ambone. E’ costituito di una base che fuoriesce dal presbiterio stesso, in modo da avvicinare il più possibile il celebrante alla sua comunità. La base si configura come uno spesso elemento in marmo VERDE PAVONE sviluppato orizzontalmente, ad equilibrare il senso di verticalità dell’ambone fronti stante. In esso, la sede del celebrante è costituita da una seduta in legno rovere curvato con schienale e braccioli in marmo GIALLO d’ORIENTE, a cassettoni solo sul retro.

L´ambone

Collocato all’ingresso della chiesa, il battistero poggia su un basamento in marmo nero Port Laurent di forma ottagonale, secondo la più tradizionale posizione e simbologia del luogo. Il fonte battesimale è stato scolpito dallo scultore Costantino Novelli nel 1929.

Le superfici marmoree dell’azienda di Chiamo (Vicenza) sono state impiegate in altri progetti di ristrutturazione e realizzazione di edifici sacri in Italia e all’estero: dall’Arca che ha ospitato i resti di S. Antonio al Duomo di Benevento, distrutto durante la Seconda Guerra Mondiale e ricostruito su progetto dell’Architetto Paolo Rossi De Paoli, dalla Cappella dell’ospedale di Vicenza progettata dall’architetto Paolo Portoghesi alla Cappella Ovetari nella chiesa degli Eremitani a Padova.

Il battistero

 

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