Quarantatrè anni, fiorentino, una laurea e un dottorato di ricerca in Progettazione architettonica e urbana all´Università di Firenze dove insegna come professore a contratto e un´attività da libero professionista.
È Roberto Masini il nuovo presidente dell´Ordine degli Architetti di Firenze: vicepresidente uscente, già referente della Commissione Cultura del progetto, riceve il testimone da Egidio Raimondi e guiderà l´ultimo anno di consigliatura restando in carica fino alla prossima estate, secondo la prassi del rinnovo annuale dei vertici consolidata dall´Ordine come garanzia di trasparenza e partecipazione.
Come vice avrà Luca Franceschini, anche lui fiorentino, libero professionista e già segretario della Fondazione Architetti Firenze.
Un presidio costante delle trasformazioni della città e l´ascolto degli iscritti in un periodo particolarmente difficile per la professione sono i punti da cui, in linea con i predecessori, prenderà le mosse il mandato di Masini. “Ricorreremo al workshop progettuale – dice il neo presidente –: uno strumento che ci permette di dare un contributo di idee in merito a tematiche urbanistiche e architettoniche all´ordine del giorno in città, su cui ci piacerebbe che l´amministrazione attivasse in seguito concorsi pubblici di progettazione”.
Due i workshop progettuali che l’Ordine degli Architetti di Firenze ha in programma entro la fine di quest’anno, il primo su Sant´Orsola. “Sant´Orsola – dice Masini – è un luogo stravolto, non può essere recuperata la sua condizione originaria e pure l´abbattimento, come soluzione estrema, è difficile. C´è sicuramente un problema di sostenibilità economica per qualunque operazione riguardi la struttura, visto lo stato in cui riversa. Ma a mio parere finora è mancata un´idea forte per la sua rinascita. Per questo vogliamo metterci al servizio della città”.
Il secondo laboratorio sarà dedicato alle connessioni pedonali tra il centro storico e la cerchia fuori dai viali nel Quartiere 1. “Mentre in città si sta pensando ad un piano di nuovi parcheggi – dice il presidente degli architetti – noi vorremmo concentrarci su quelli già esistenti e che sono sottoutilizzati non perché inadeguati ma perché non è stato strutturato un buon collegamento con il centro, come nel caso del Parterre e piazza Alberti”.