MILANO CITT STUDI DISCUTE IL SUO FUTURO

Presentato ieri a Palazzo Marino, sede del comune di Milano, il piano di sviluppo di Città Studi, il quartiere universitario della zona est della città. Nella riunione delle commissioni consiliari congiunte Urbanistica e Ambiente, infatti, Alessandro Balducci, docente del Politecnico di Milano ed ex assessore comunale all´Urbanistica della giunta Pisapia, incaricato dal Comune di predisporre un piano di fattibilità, ha presentato gli esiti del lavoro di ricognizione iniziato qualche mese fa.

Obiettivo? Realizzare un campus universitario sulle aree e negli immobili che, tra qualche anno, verranno lasciati liberi dalla dislocazione delle undici facoltà scientifiche nell´area dell´ex Expo, a nord di Milano. Lo scopo dello studio è scongiurare che Città Studi, che da circa un secolo ospita diverse facoltà scientifiche, diventi terra di nessuno, un deserto urbano, con l´impoverimento dell´economia del quartiere.

La mappa delle sedi delle facoltà dell´università Statale di Milano

Un lavoro non facile quello del Comune e del Politecnico, che deve fare anche i conti con un´opposizione piuttosto agguerrita composta di studenti, ricercatori, docenti, commercianti e residenti.

Per mantenere viva Città Studi e la sua economia, il lavoro del Politecnico ha analizzato le esigenze di altre università milanesi, come la Bicocca, che in una porzione della cittadella universitaria vorrebbe realizzare la “cittadella dei master” o come il Politecnico, che invece punta a realizzare qui, a pochi passi dalla sua sede (Statale e Politecnico confinano), nuovi laboratori e ad ampliare gli spazi della facoltà di architettura di via Bonardi oggi sovraffollata. O come la Statale, che a Città Studi intende portare gli studenti della facoltà di Beni culturali, oggi accalcati nella sede di via Conservatorio, in pieno centro.

Una delle sedi di facoltà presenti in via via Colombo a Città Studi a Milano

L´operazione non si presenta né facile né immediata: infatti si parla di tempi che potrebbero andare in porto tra il 2021 e il 2023. Il documento afferma una volontà precisa: che la vocazione del quartiere rimanga universitaria.

Il lavoro di Balducci dovrebbe concretizzarsi in un accordo di programma tra i diversi soggetti pubblici coinvolti: Regione, Comune, Agenzia del Demanio.

Problemi non di poco conto riguardano i fondi a disposizione: le risorse del futuro intervento di ricollocazione delle università milanesi in Città Studi dovranno essere recuperate dalla vendita di parti di patrimonio della Statale, soldi che dovrebbero sommarsi a quelli già garantiti da Regione, con il Patto per la Lombardia, e dall´indebitamento che il bilancio della Statale è in grado di sostenere.

Lo studio prevede che l´operazione debba coinvolgere l´Agenzia del Demanio per il necessario processo di valorizzazione. Il Demanio, infatti, dovrebbe comprare alcune aree, trasferendo oltre 1.600 impiegati in un´unica sede di circa 60mila mq e realizzare quello che è stato definito il Federal District di Milano. A completare il tassello degli operatori interessati ci sarebbe anche Cassa depositi e prestiti, che potrebbe acquisire altri edifici dell´ateneo milanese per un totale di altri 50 milioni di euro.

Balducci ha escluso il rischio di desertificazione e di speculazione. Non la pensano così i migliaia di cittadini che qualche settimana fa hanno promosso una fiaccolata contro il trasferimento delle facoltà universitarie.

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