Lo studio internazionale di architettura e interior design Antonio Citterio Patricia Viel (ACPV) ha presentato Torre Faro, la nuova sede milanese della multiutility A2A, il cui completamento è previsto entro il 2024. Il progetto contribuirà alla creazione di un nuovo modello urbano, ridisegnando anche l’asse che collega la città storica al futuro sviluppo previsto dal masterplan ‘Parco Romana’, che ospiterà il Villaggio Olimpico Milano-Cortina 2026, e al business district di Symbiosis.
In accordo con le linee guida del Pgt 2030 infatti, gli oneri di urbanizzazione saranno in parte utilizzati per la rigenerazione di Piazza Trento e la parziale pedonalizzazione di via Crema. Ridisegnando l’asse che collega la città storica con l’area esterna alla ferrovia il progetto riattiva così l’asse nord-sud trasformandolo in una passeggiata continua, con 6.320 mq di verde e nuovi spazi pubblici, da Piazza Medaglie d’Oro a Piazza Trento.
«Il nostro progetto per la sede di A2A– spiega Antonio Citterio, co-fondatore di ACPV – è un edificio a torre, un villaggio verticale con spazi flessibili e aperti, che si estende al di fuori degli uffici. Vogliamo ricreare un rapporto tra le persone e il quartiere; la parziale pedonalizzazione di Via Crema favorirà anche i negozi di vicinato».
Alta 144 metri, la torre, che potrà accogliere 1.500 persone, è caratterizzata da due serie di piani di uffici incorniciati dalla spaziosa hall d’ingresso al piano terra, dallo Sky Garden al centro e da un Belvedere a 125 metri di altezza.
Il vasto ingresso e il mezzanino sospeso offrono ambienti generosi e accoglienti, e l’architettura dell’intero edificio integra spazi flessibili e riconfigurabili per il futuro, progettati per molteplici usi.
L’attacco al suolo è ridotto al minimo, per aprire il sito all’uso pubblico e riattivare il quartiere con nuove aree pedonali, anche a favore dei negozi di vicinato.
Un cortile verde collegherà la torre al Museo dell’Energia, un edificio già esistente che sarà riqualificato.
«La torre e il progetto di riuso degli edifici esistenti adattano i volumi architettonici per consentire un passaggio senza soluzione di continuità dal centro di Milano agli scali ferroviari dismessi di Porta Romana e al business district Symbiosis, anch’esso progettato dal nostro studio», afferma Claudio Raviolo, responsabile del progetto e partner di ACPV.