Il mese scorso è stata inaugurata la Galleria Archeologica dei Musei Reali di Torino, un’inedita sezione permanente del Museo di Antichità dedicata alle civiltà del Mediterraneo dove sono esposti reperti di rara bellezza e di inestimabile valore storico.
Il progetto di allestimento, curato dallo Studio GTRF Giovanni Tortelli Roberto Frassoni Architetti Associati, è improntato a un misurato rigore formale, con pochi elementi studiati e diversamente declinati in relazione alle ricorrenze dell’architettura e alle caratteristiche materiche e dimensionali delle opere.
All’interno del percorso, che si sviluppa lungo dieci sale, fondali in metallo verniciato a polveri epossidiche color grigio si alternano ad altri di ferro naturale nero sui quali sono stampati i corredi di illustrazione didattico-scientifica e di approfondimento tematico che orientano il visitatore.
Il pavimento è rivestito di lastre di ferro nere, quasi un grande supporto continuo che rende immediata la percezione di coerenza formale del linguaggio e delle scelte progettuali.
Le teche in vetro, studiate per i reperti più fragili, sono sporgenti rispetto al piano di fondo per offrire una migliore visibilità dei materiali contenuti. Piedistalli verticali e piani espositivi seguono rigorosamente il medesimo linguaggio e avvicinano il più possibile le opere al pubblico.
I varchi liberi tra la galleria e le sale creano ripetuti rimandi prospettici e suggeriscono continui dialoghi storico-cronologici, materici e figurativi tra reperti diversi ma provenienti dal comune bacino culturale.
Più di mille – alcune delle quali mai esposte prima – le opere in esposizione, con reperti provenienti dalla Mesopotamia, statue greche e romane, vasellame greco, elementi funerari etruschi e fenici. Materiali che compongono uno straordinario scrigno di testimonianze pervenute al Museo di Antichità in più di quattrocento anni di storia, grazie al collezionismo di Casa Savoia e alle scoperte di studiosi, esploratori e imprenditori.
Il percorso di visita della Galleria Archeologica è suddiviso in cinque sezioni, la prima delle quali dedicata al nucleo primigenio delle collezioni sabaude.
Il corridoio centrale ha il compito di evocare una galleria di palazzo, dove lungo le pareti si allineano statue greche e romane, rilievi scolpiti e busti marmorei, che presentano al visitatore i caratteri salienti della rappresentazione antica: le teste-ritratto, vere immagini di propaganda dell’Antichità; le riproduzioni romane di opere celebri; le scene di banchetto sui sarcofagi, per poi culminare nella Rotonda degli Imperatori, dove i busti dei principali personaggi della storia romana circondano il visitatore.
Ai reperti assiri, giunti al Museo nel 1847, è dedicata l’area Vicino Oriente Antico, a cui si unisce la più ricca raccolta in Italia di testi cuneiformi e sigilli a cilindro.
All’interno della quinta sezione sulle antichità dall’isola di Cipro è presente la maggiore collezione del Museo: conta oltre mille pezzi in grado di testimoniare l’evoluzione di quello straordinario crocevia culturale lungo un arco cronologico che spazia dall’antica Età del bronzo (III millennio a.C.) alla tarda antichità (IV-V secolo d.C.).
Seguono le sale della civiltà romana, con il calco ottocentesco, per la prima volta esposto, del calendario romano dei Fasti Praenestini; dell’Egitto in età ellenistica, dove risplende la testa di Cleopatra VII; del mondo fenicio e punico.
Le ceramiche elleniche e italiote (circa 400 pezzi) acquistate tra il 1827 e il 1828 da Carlo Felice sono protagoniste della sezione Civiltà Greca ed Etrusca. A queste si aggiunge una seconda collezione di reperti etruschi che comprende vasellame in ceramica, bucchero, bronzi, urne cinerarie, sarcofagi e vasellame di produzione meridionale.
Il percorso è scientificamente aggiornato secondo gli ultimi risultati degli studi internazionali ed è stato concepito fin dall’inizio secondo il principio del design for all: i contenuti sono resi accessibili a tutti grazie all’inserimento di speciali didascalie commentate, contenuti tattili e audiodescrizioni, richiamabili da smartphone attraverso QRcode integrati sulle pareti.
«Esattamente 450 anni dopo i primi acquisti operati dai Savoia, nasce un percorso dedicato ai nuclei più importanti del Museo di Antichità – spiegano Filippo Masino, curatore architetto, responsabile del progetto ed Elisa Panero, curatore archeologo, che ha firmato il progetto scientifico. Questo nuovo allestimento offre al pubblico un’inedita e aggiornata lettura delle Collezioni Archeologiche del Mediterraneo attraverso una presentazione espositiva nuova e suggestiva di circa un migliaio di opere antiche, molte delle quali escono per la prima volta dai depositi del Museo di Antichità per offrirsi, dopo accurati restauri, allo sguardo del visitatore. La Galleria di antichità si presenta oggi come un affascinante viaggio tra antiche civiltà, intorno alle radici comuni delle nostre identità culturali».