Prende il via domani al Politecnico di Torino la XXIII Conferenza Nazionale della Società Italiana degli Urbanisti 2020-2021 “Downscaling, Rightsizing” (16-18 giugno 2021) – organizzata in partnership con il DIST – Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio di Politecnico e Università degli Studi di Torino – con un denso programma di incontri per riflettere sul rapporto tra contrazione demografica e riorganizzazione degli insediamenti.
La Conferenza (a questo link il programma) affronta le conseguenze spaziali dell’allarmante decrescita demografica nazionale e le risposte in termini di governo del territorio, vale a dire le politiche e le tecniche per ridimensionare, riorganizzare, ricrescere: politiche urbane e territoriali, tecniche urbanistiche, modelli di governance, piani per la rigenerazione e la resilienza, per l’abitare, per una nuova accessibilità, innovazione tecnologica e molto altro.
Cosa significa pianificare la “città in contrazione”? Quali implicazioni ha questo fenomeno sulla qualità della vita e sull’economia di una città, sulla costruzione e sulla percezione del tessuto sociale e urbano?
Con più di 250 relatori presenti alla Conferenza, la comunità dell’urbanistica vuole fornire le risposte per trasformare il calo demografico in un percorso di innovazione territoriale, a partire dai casi studio della Germania e del Giappone, paesi che da anni convivono con la decrescita e lo spopolamento e con cui il DIST ha una robusta collaborazione scientifica nel campo del planning. La stessa città di Torino è un caso studio internazionale e, a livello italiano, la prima grande città italiana a disegnare un nuovo piano regolatore e documenti programmatici tenendo conto della contrazione demografica. Di questo tema in particolare si occuperà il workshop per dottorandi e giovani ricercatori YoungerSIU – “Pianificare la ‘città in contrazione’. Pratiche di ricerca e traiettorie progettuali” (15-16 giugno 2021) – organizzato in partnership con Torino Urban Lab – che precede la Conferenza.
In Italia, come quasi ovunque in Europa, la combinazione tra bassa natalità e alta longevità è una condizione strutturale – in controtendenza rispetto alla crescita mondiale – che desta allarme. Il declino demografico italiano è presente nell’agenda più importanti istituzioni politiche, religiose e finanziarie, ed è all’attenzione della stampa nazionale e internazionale.
Alla Conferenza esperti di livello mondiale rifletteranno sui preoccupanti effetti sociali della decrescita in una nazione anziana, senza ricambio naturale, che non attira più immigrazione e vede emigrare giovani qualificati. Preoccupano soprattutto gli effetti economici sulla capacità di produzione e di consumo, e sulla spesa previdenziale.