Presentato questa mattina da Manfredi Catella, founder e Ceo di Coima, che lo aveva acquistato nel 2019 all’asta pubblica indetta dall’amministrazione comunale, il progetto per la rigenerazione del ‘Pirellino’, il grattacielo con il corpo a ponte che scavalca via Melchiorre Gioia costruito nel 1966 e fino al 2015 sede degli uffici tecnici del Comune di Milano.
Nel progetto degli studi di Stefano Boeri (Stefano Boeri Architetti) e Elizabeth Diller (Diller Scofidio + Renfro) l’intervento si configura come un ecosistema verde, con una grande serra vetrata costruita sulla struttura in cemento armato del corpo a ponte, che con interventi di consolidamento strutturale e di apertura allo spazio pubblico verrà conservato, e che collegherà la torre per uffici esistente e una nuova torre ad uso residenziale, alta 25 piani, che verrà costruita a ovest, contigua al parco della Biblioteca degli Alberi.
Una serra ‘ibrida’, con valenze ambientali, scientifico-pedagogiche e di intrattenimento, nelle parole di Elizabeth Diller – in collegamento da New York – che consentirà al progetto di ricomporre gli spazi verdi aperti oggi separati dalla cesura rappresentata da via Melchiorre Gioia.
Per l’arteria stessa (che copre il naviglio Martesana nel suo tratto più prossimo al centro città) il progetto prevede una trasformazione a verde, con la riduzione a due corsie per senso di marcia e una porzione alberata che delimiterà una pista ciclabile.
Se il ponte/serra – la cui realizzazione è però subordinata al recepimento, da parte del Comune, della legge regionale 19/2019 di incentivazione della rigenerazione urbana e del recupero del patrimonio edilizio esistente – è l’elemento più spettacolare del progetto, numerosi sono gli elementi di novità, in molti casi assoluta, dell’intero intervento, il cui valore è stimato in più di 300 milioni di euro: dalla totale rigenerazione della torre per uffici, che verrà adeguata alle esigenze contemporanee di performance e di comfort con la sostituzione e estensione dell’intero prospetto nord, guadagnando 7.600 metri quadrati di maggior superficie interna (il fronte sud, maggiormente rappresentativo, sarà restaurato e conservato) alla nuova torre residenziale disegnata da Stefano Boeri che si eleverà al di sopra dell’estremità ovest del ponte. Interamente verde, con 420 alberi e più di 11mila tra arbusti e essenze fiorite disposte su ampie terrazze perimetrali ininterrotte a ogni piano e protette da balaustre fotovoltaiche, la torre sarà costruita interamente in prefabbricazione in acciaio e legno.
Il progetto presentato questa mattina emerge da una shortlist di 7 finalisti – tra i quali gli studi 3XN, Davide Chipperfield, Heatherwick, Vittorio Grassi, Wilmotte – esito di una prima fase di concorso a cui avevano partecipato 70 raggruppamenti (per un totale di 359 studi) da 15 Paesi.
La giuria selezionatrice era formata da Gregg Jones (partner di Pelli Clarke Pelli Architects e responsabile del masterplan di Porta Nuova Gioia), Alberto Artioli (già Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della città di Milano), Nicolò Di Blasi (già responsabile logistica, infrastrutture e acquisti dell’università Bocconi), Manfredi Catella, Gabriele Bonfiglioli, Matteo Ravà ed Ettore Nobili di COIMA SGR, con l’architetto Leopoldo Freyrie Responsabile Unico del Concorso (Ruc).
Oltre ad essere il primo progetto italiano interamente misurabile secondo i criteri Esg (Environmental Sustainable Goals) delle Nazioni Unite, Pirelli 39 è anche il primo progetto italiano dello studio Diller Scofidio + Renfro, famoso per la High Line di New York e più recentemente (con Rockwell) per The Shed, lo spazio culturale sostenuto da Bloomberg ultimato nel 2019 nell’area di sviluppo di Hudson Yards.