Primo Premio Architettura Toscana, i vincitori

Arsenali della Repubblica di Pisa, nuova illuminazione di Santa Croce, Foresteria del pellegrino di Siloe, Shelter #1 a Prato, Podere Navigliano e Casetta nell’oliveto sono i sei progetti  che si sono aggiudicati il Premio Architettura Toscana, organizzato da Consiglio Regionale, Ordini degli Architetti e Ance toscani con la collaborazione della Fondazione Architetti Firenze e giunto alla seconda edizione, rivolto alle opere realizzate tra il 2013 e il 2018.

Oggi a Firenze, alla Palazzina Reale in Piazza Stazione, la cerimonia di premiazione e l´inaugurazione della mostra delle opere premiate e selezionate.

La nuova generazione di progettisti che emerge da questa edizione del Premio regala alla commissione giudicatrice un volto inedito, fortemente contemporaneo e sostenibile del territorio, con il recupero di luoghi ed edifici, un forte rispetto per il territorio e una grande attenzione alla qualità ambientale.

Le opere vincitrici hanno convinto soprattutto per la capacità di confrontarsi con la natura attraverso interventi minimi, essenziali, e di recuperare luoghi ed edifici sia pubblici che privati con grande economia di mezzi.

Categoria Opera Prima, primo premio ex aequo Ciclostile Architettura, Podere Navigliano,San Giovanni d’Asso (Siena)

 

I materiali e l’attenzione al contesto storico e ambientale rappresentano il fulcro del progetto; la reinterpretazione di elementi della tradizione ha consentito di trovare un nuovo linguaggio, una nuova estetica legata in maniera indissolubile alla tradizione. Il progetto prevede la ristrutturazione di un podere di 600 mq che si sviluppa su tre livelli: un piano terra già adibito a locali di servizio per l’agricoltura, un piano primo con due appartamenti e un secondo piano, costituito da due torrette, a servizio delle abitazioni. Attraverso un nuovo assetto degli ambienti interni è stata ricreata un’abitazione unica cercando di rispettare i caratteri essenziali della tipologia tradizionale, con locali di servizio al piano terra, zona giorno e due suite al piano primo e due suite di maggior pregio nelle due torrette. Particolare attenzione è stata riservata alla scelta dei materiali. In particolare i pavimenti risultano l’elemento caratterizzante dell’intervento, con la scelta e la tecnica di posa che reinterpretano, arricchendoli di nuovi significati, elementi della tradizione. Tutte le pareti sono finite a calce naturale non tinteggiata e stesa in maniera irregolare.

 

Categoria Opera Prima, primo premio ex aequo Hypnos/Nicola Brembilla, Casetta nell’oliveto, Serravalle Pistoiese

 

Paesaggi collinari toscani: ulivi, cipressi, case coloniche e abusi edilizi. Condizione di partenza di questa ristrutturazione è una banale casetta di mattoni forati sorta in tempi incerti e di ancor più incerta regolarità! Nel passaggio di proprietà il suo destino sarebbe potuto essere la demolizione. Ma perché produrre quintali di macerie quando si può tentare un riuso? Come esser certi che anche la platea di fondazione in cemento armato sarebbe stata effettivamente eliminata? In accordo con l’ufficio tecnico comunale abbiamo fatto in modo che il cliente non perdesse il bene acquisito e che il paesaggio potesse redimersi dall’abuso.La strategia si basa sull’ammantare d’una veste lignea la preesistenza per renderla camaleontica verso la tonalità della terra, dei tronchi degli ulivi e dei cipressi circostanti.Il perimetro murario, copertura compresa, è stato rivestito, per fini di coibentazione, con balle di paglia raccolte nei campi circostanti. Sopra d’esse sono state avvitate su appositi telai d’abete delle assi da ponte di riciclo. Le assi sono state passate a fiamma per aumentarne la resistenza nel tempo, facendo così rivivere un’antica tecnica contadina sprofondata nell’oblio.

 

Categoria Opera di Allestimento o di Interni, primo premio Microscape, Illuminazione della Basilica di Santa Croce, Firenze

 

La proposta illuminotecnica dinamizza teatralmente la superficie della facciata che entra in empatia con il passante. La scelta di operare con luce bianca modulata attraverso la variazione della temperatura colore e del flusso luminoso permette di mettere in scena il tempo lungo della “costruzione” e attiva con “ritmo pulsante” la facciata in una sorta di membrana che assorbe e rilancia l’energia spirituale e ideale degli “illustri” che nella basilica dimorano, ricercando nel cittadino contemporaneo la partecipazione in un battito all’unisono. Un respiro, un battito vitale — non mera scenografia ma costruzione di uno spazio di coinvolgimento tra memoria storica e istanze contemporanee, tra monumento e città. I consumi energetici sono abbattuti del 68%, mantenendo gli stessi livelli d’illuminamento di 25 lux mentre i rilievi della facciata acquisiscono una maggiore profondità nella condizione di luce statica. L’installazione luminosa dinamica eseguita in loop è programmabile in determinate fasce orarie e manifestazioni e si alterna a momenti di illuminazione statica.

 

Categoria Opera di nuova Costruzione, primo premio Edoardo Milesi & Archos, Foresteria del Pellegrino di Siloe, Monastero dell’Incarnazione, Strada San Benedetto Poggi del Sasso,Cinigiano (Grosseto)

 

Il progetto comprende cinque unità abitative adibite a foresteria esterna al monastero, destinata agli ospiti occasionali della comunità di Siloe. Inserite nella naturale conformazione del terreno, sono state costruite senza apportare alcuna modifica alla natura circostante, sperimentando una nuova forma di abitare sostenibile. Ogni cellula abitativa, del tutto complementare alla struttura del monastero, è composta da una camera con zona cottura, bagno, balcone sul fronte nord e loggia a sud e soddisfa i requisiti richiesti dalla normativa sulle barriere architettoniche. L’edificio, con struttura portante e tamponamenti in legno, è antisismico, traspirante, ventilato naturalmente e fa uso di materiali naturali interamente riciclabili. La copertura, i solai e le pareti, anch’essi in legno, sono traspiranti e fortemente isolati; il manto di copertura ventilato è in zinco-titanio e il legno a vista è larice lasciato all’ossidazione naturale. In tal modo la foresteria invecchia e si modifica nel tempo, alterandosi in colori e profumi. Il modulo è stato concepito con le maggiori superfici vetrate sul lato nord/ovest al fine di sfruttare la luce diffusa, mentre il prospetto sud è costituito da facciate tamponate con superfici vetrate di minore estensione protette dallo sporto di gronda. Tamponamenti esterni, pavimentazione e serramenti sono tutti in legno di larice lasciato alla sua ossidazione naturale.

 

Categoria Opera di Restauro e Recupero: primo premio Fabio Daole, Mario Pasqualetti, Arsenali della Repubblica, Pisa

 

La struttura era di fatto un vero e proprio rudere seppure di grande fascino. La ricostruzione e il restauro degli Arsenali Repubblicani ha affrontato diversi temi, dalla scoperta dei resti archeologici, dalla ricerca storica, alla ricostituzione filologica che ha guidato le scelte progettuali, agli interventi strutturali di rilevanza sismica fino all’inserimento degli impianti tecnologici necessari per la pubblica fruizione. L’agibilità dei locali prevede attività culturali, museali, di pubblico spettacolo e auditorium con capienza fino a seicento persone per cui l’immobile ha una attrattività gestionale significativa soprattutto perché si tratta di un bene storico monumentale straordinario che si offre non soltanto alla città di Pisa ma al turismo internazionale. La valorizzazione degli Arsenali della Repubblica contribuisce in ogni caso alla conservazione del patrimonio culturale, allo sviluppo intelligente e sostenibile, fornisce infrastrutture e servizi culturali, promuove l’industria culturale e creativa, rendono attraente la cultura e usanola cultura per unire le comunità. Il risultato raggiunto fa immergere il visitatore nell’antica Terzana medievale all’interno degli arsenali che nella contemporaneità trovano l’originario splendore.

 

Categoria Opera su Spazi Pubblici, Paesaggio e Rigenerazione: Primo premio Ecòl, Shelter#1, Via Cristoforo Colombo, Prato

 

Shelter #1 è una struttura itinerante, montata per la prima volta nel quartiere del Macrolotto 0 di Prato, all’interno di un ex piazzale industriale abbandonato. Nell’attesa della futura cantierizzazione del piazzale per la realizzazione di un parco, l’area è stata aperta sotto forma di spazio pubblico temporaneo, permettendo alla cittadinanza l’immediata fruizione di un bene acquisito dalla pubblica amministrazione. L’intervento fa parte di una serie di progetti pilota sulla sicurezza urbana sviluppati dal Comune di Prato e finanziati da Regione Toscana, per promuovere forme attive di controllo del territorio. La struttura è stata di supporto a una serie di attività estive che hanno animato un quartiere privo di spazio pubblico, dove risiede una delle comunità cinesi più grandi d’Europa. La costruzione, realizzata con sistema tubo-giunto, è stabilizzata da trentadue jersey e poggia su una piattaforma di asfalto assunta come matrice dimensionale del progetto. La struttura è quindi il risultato di una serie di dimensioni fisse, vincolate da elementi standard, che trova nel processo di progettazione e nella precisa esecuzione la sua forma finale. La creazione del giardino attorno alla struttura è stata condotta mediante una serie di cantieri collaborativi, addomesticando la vegetazione e riutilizzando i materiali trovati in loco. Shelter#1 è stato smontato a dicembre 2018, in primavera verrà rimontato con una nuova forma in un quartiere periferico della città.

 

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