Presentati in Campidoglio gli esiti del laboratorio diretto da Stefano Boeri ‘Roma050’

È stato presentato il 23 giugno nella Sala della Protomoteca del Campidoglio, alla presenza del Sindaco di Roma Roberto Gualtieri, dell’Assessore all’Urbanistica e alla Città dei 15 minuti di Roma Capitale Maurizio Veloccia e dell’architetto Rem Koolhaas, l’esito del lavoro svolto dal Laboratorio Roma050 diretto da Stefano Boeri.

Promosso da Roma Capitale e dall’Assessorato all’Urbanistica con Risorse per Roma Spa, il Laboratorio Roma050 ha cercato di delineare una possibile visione per il futuro di Roma superando la logica dell’immediato per iniziare a progettare oggi il futuro prossimo.

Coordinato dagli architetti Eloisa Susanna e Matteo Costanzo e composto da Giorgio Azzariti, Giulia Benati, Jacopo Costanzo, Margherita Erbani, Carmelo Gagliano, Susan Isawi, Riccardo Ruggeri, Marco Tanzilli, il Laboratorio ha lavorato su tre segmenti temporali delineando tre scenari possibili: il futuro istantaneo (2030), il futuro strategico (2030-2050) e il futuro ipotetico (2050 e oltre) dando vita a tre documenti: l’Atlante delle Trasformazioni (2030), l’Affresco della Roma Futura (2030–2050) e la Carta per Roma (2050 e oltre).

Gli esiti prodotti sono frutto di un dialogo, durato 18 mesi, con la città, i suoi interlocutori e la ricca produzione di sapere politico, sociale, progettuale e di ricerca presente nella comunità urbana.

L’Atlante delle Trasformazioni è una dettagliata mappatura delle trasformazioni in atto, dei progetti esistenti, delle traiettorie emergenti, delle intenzioni e degli spazi in attesa. Uno strumento, realizzato con il supporto di Risorse per Roma Spa, per orientarsi nella com­plessità del presente e riconoscere i segni del futuro già inscritti nell’oggi.

 

Atlante delle trasformazioni, una delle mappe sviluppate da laboratorio Roma050.

 

L’Affresco della Roma Futura è lo strumento di visione strategica al 2050 che basandosi sulle evidenze raccolte nell’Atlante offre un possibile orientamento delle strategie e delle politiche urbane a medio e lungo termine.  La visione proposta dall’Affresco si fonda su tre grandi strategie territoriali: l’acqua, l’archeologia e il Grande Raccordo Anulare.

 

 

La Carta per Roma 2050 è il manifesto urbano che propone suggestioni, principi e traiettorie capaci di stimolare il pensiero e orientare le politiche di trasformazione urbana al 2050 e oltre. «Un futuro ipotetico lo ha definito Stefano Boeri – auspicato ma ancora incerto, che immagina nella seconda metà del secolo una metropoli che veda ripopolarsi di residenti il suo cuore antico e svettare l’Eur come un hub internazionale polivalente, e che soprattutto prevede una Roma che nasca anche dal mare, dal Tevere e dall’Aniene, con Ostia come centro dell’Unione dei Paesi del Mediterraneo».

 

Archeologia diffusa come risorsa culturale, formativa ed economica. una delle visoni proposte dal Laboratorio Roma050.

 

«Un lavoro molto convincente – ha affermato il sindaco di Roma Roberto Gualtieri – che poggia le sue basi su alcune caratteristiche che rendono Roma unica e che disegna una città del futuro straordinaria, valorizzando la dimensione ambientale e storico-archeologica con livelli di qualità della vita alti e uno sviluppo sostenibile. Una Capitale che riscopre il mare e i fiumi, costruisce sistemi ambientali diventando il parco urbano più grande del mondo e con il GRA che diventa elemento di ricucitura e non di isolamento».

«Quello che l’architetto Stefano Boeri e i giovani professionisti che si sono lanciati in questa sfida ci consegnano – ha dichiarato a sua volta l’assessore all’Urbanistica Maurizio Veloccia – è il disegno ragionato di una Roma possibile nel medio e lungo periodo. Una Roma che faccia dei servizi ecosistemici la base del suo sviluppo futuro. La partita che si giocherà nei prossimi anni ha che fare con la permanenza dell’uomo sulla terra e si giocherà in principalmente nelle città, dove sempre più miliardi di persone concentreranno la propria vita. Il coraggio di affrontare i cambiamenti necessari e la capacità di gestire tale transizione in modo equo costituiscono la più grande sfida per chi è chiamato a governare le città. Il lavoro del Laboratorio ci consegna spunti, riflessioni, idee e progetti che possono aiutare a guidare tale transizione».

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