Progettare oggi la sostenibilità di domani

Secondo gli architetti, ingegneri e urbanisti interrogati dalla LafargeHolcim Foundation for Sustainable Construction, l’attuale pandemia indurrà un cambiamento duraturo nel progetto di edifici e città. La sfida oggi è dunque quella di sviluppare strategie di lungo termine nella direzione di un’architettura compatibile con l’ambiente, senza perdersi in misure disarticolate di risposta immediata.

La rapida, recente trasformazione in ospedali di luoghi che avevano una diversa destinazione dimostra che già oggi gli edifici devono essere costruiti con la maggiore flessibilità possibile già in fase di progetto. Dall’altro lato, l’idea di densificazione urbana solleva domande su come sia possibile conciliare la densità con la sicurezza del distanziamento fisico, e la questione diventa urgente se pensiamo agli insediamenti informali dove a un’elevatissima densità si accompagna l’assenza di infrastrutture di base e conseguenti precarie condizioni igieniche.

Secondo i progettisti interpellati lo schock può agire da catalizzatore per l’implementazione di nuovi criteri di progettazione e di costruzione sostenibili.

 

Ripensare le città

«Sono preoccupato del fatto che si possa andare verso la dispersione invece che in direzione del consolidamento – dice Enrique Norten, fondatore di TEN Arquitectos in Messico e negli Stati Uniti – che si ritorni all’automobile, allo sprawl dei sobborghi urbani, al pendolarismo. Toglierebbe energia e vitalità alle nostre città. Come successe a Detroit dopo la crisi degli anni Ottanta, in città rimarrebbero solo coloro che non possono permettersi di andarsene, facendo crollare I prezzi degli immobili e mettendo in crisi le infrastrutture pubbliche. Non so quale sia la soluzione – ammette Norten – ma il mercato delle costruzioni deve adattarsi a questo possibile cambio di paradigm e cominciare subito a trovare nuove soluzioni per un diverso scenario».

Enrique Norten

 

Mitchell Joachim condivide questa opinione: «architetti e urbanisti devo ripensare attentamente la struttura delle nostre città. Dobbiamo prendere in esame I criteri che riguardano la mobilità, la prossimità e lo spazio pubblico ma penso che ora che le persone hanno compreso quanto siano essneziali i servizi che rispondono ai bisogni di base sarà più semplice implementare progetti sostenibili».

 

Spazi più flessibili

Anche Stuart Smith, managing director di Arup Germania, vede  come imminente un cambio di paradigma nel settore immobiliare: «lo spazio costruito che consideravamo essenziale è diventato ridondante nel giro di una notte» – dice l’ingegnere, pensando alle scuole e agli uffici vuoti. Ma avverte: «non dovremmo affrettarci a demolire vecchi edifici solo per costruirci sopra qualcosa di nuovo» che avrebbe poco senso, ambientalmente e economicamente. Piuttosto, la sfida sta nella capacità di ripensare concetti come la densificazione e adattarli alle condizioni odierne.

Sarà importante anche usare gli spazi in maniera più flessibile rispetto al passato. Smith ritiene che debba cambiare anche la nostra relazione con l’ambiente: «la logistica e le catene di approvvigionamento che tengono vive le nostre città devono essere totalmente ricalibrate».

Stuart Smith

 

Il giovane architetto brasiliano Eduardo Pizarro si domanda in quale possiamo ricostruire il senso di ccomunità in città che erano già prima frammentate e segregate E il suo collega spagnolo Fernando González Piris aggiunge: «Questa pandemia invita gli architetti a riconsiderare il modo stesso con cui lo spazio costruito è organizzato».

 

Favorire i contatti interpersonali

Durante la pandemia internet ha reso possibili cose he fino a 20 anni fa sarebbero state inimmaginabili: il lavoro da casa, l’insegnamento a distanza, le videoconferenze, l’intrattenimento in streaming. Ciò malgrado, Marilyne Andersen, docente di Tecnologie di costruzione sostenibili all’Epfl di Losanna raccomanda di non fare troppo affidamento su queste possibilità: «gli esseri umani hanno bisogno di stare insieme», afferma. Ecco perché non sembra una buona idea pensare di poter svolgere la maggior parte del lavoro da casa in futuro. «Anche se possiamo essere produttivi anche a distanza, se non lavoriamo vicini verranno penalizzate la creatività, la spontaneità e l’innovazione che ne è uno dei risultati».

Marilyne Andersen

 

La flessibilità deve essere introdotta anche nel settore delle costruzioni per quanto riguarda l´utilizzo di spazi ed edifici. Florian Heinzelmann della sede indonesiana di SHAU spiega: «Come architetti, dobbiamo rimanere flessibili e pensare a come affrontare potenziali scenari futuri» La casa è adeguata? I microcentri sono una buona soluzione per il futuro? Heinzelmann conclude «Dobbiamo esaminare ulteriormente la densità urbana e il ruolo dello spazio pubblico».

 

Migliorare le infrastrutture

L´architetto Brinda Somaya, fondatrice di Somaya & Kalappa Consultants in India, vede la necessità di una serie di cambiamenti fondamentali. «Spero nel miglioramento delle infrastrutture sanitarie» afferma.

Molti insediamenti informali mancano di adeguati sistemi di acqua potabile e di servizi igienico-sanitari, essenziali per far fronte alle pandemie. Poiché il terreno su cui sono costruiti questi insediamenti in genere non appartiene alle persone che vivono lì, nessuno investe in miglioramenti dell´infrastruttura.

L´attuale crisi ha chiarito che questo modello economico è inadeguato, afferma l´architetto. «La società deve essere vista come un insieme collettivo e non come una massa di individui». Ciò di cui l´India ha bisogno in questo momento è la determinazione del governo e della burocrazia per realizzare cambiamenti duraturi – non come una raffica reattiva di piani d´azione, ma piuttosto sotto forma di programmi a lungo termine.

Brinda Somaya

 

L´architetto indiano Avneesh Tiwari concorda. «Le autorità devono ora privilegiare l´inclusione degli insediamenti informali. È giunto il momento di investire e innovare perché nelle comunità di baraccopoli sovrappopolate, ad esempio, il distanziamento sociale semplicemente non funziona». È anche fondamentale che le persone di queste comunità possano fare affidamento sulle loro reti in tempi di crisi.

 

Promuovere la resilienza del costruito

In definitiva, si tratta di resilienza, concorda Meisa Batayneh Maani, fondatrice di Maisam Architects and Engineers in Giordania. «Se le nostre città fossero più sostenibili, avrebbero mostrato maggiore capacità di resistenza alle conseguenze del coronavirus. Lo sviluppo sostenibile di città, edifici e infrastrutture, conferisce a lungo termine una certa immunità a future crisi di ogni tipo.Ciò significa che le città in tutte le loro sfaccettature devono ora subire importanti trasformazioni».

Maria Atkinson, cofondatrice del Green Building Council of Australia, fa un ulteriore passo avanti. «La pandemia di Covid-19 è un momento storico per mettere in pausa e rivalutare alcune cose che una volta erano date per scontate», afferma. Ed è diventato chiaro che l´attuale forma lineare di economia – basata sul prendere, produrre e scartare – non è più sostenibile. «Abbiamo bisogno di coraggio e creatività per raggiungere l´innovazione e lavorare verso la trasformazione in un´economia sostenibile». Anche a rischio di sembrare un cliché possiamo affermare che la pandemia di Covid-19 potrebbe essere un´opportunità per un cambiamento globale di vasta portata.

 

Una visione globale del concetto di sostenibilità dell’ambiente costruito

La Fondazione LafargeHolcim promuove progetti e concetti di edilizia sostenibile in tutto il mondo. Ha sviluppato cinque “target issues” per affrontare la sostenibilità in modo globale e con l´obiettivo di chiarire i principi per sostenere l´habitat umano per le generazioni future. Essi sottolineano gli immensi benefici di approcci sostenibili alla progettazione, alla costruzione e all´uso di edifici e infrastrutture anche contro la minaccia e l´impatto delle pandemie: innovazione e trasferibilità, standard etici e inclusione sociale, efficienza ambientale e delle risorse, fattibilità e compatibilità economica, l´impatto estetico sull´ambiente.

Nell´ambito delle sue attività, la Fondazione presenta i LafargeHolcim Awards for Sustainable Construction, concorso di fama internazionale, e tiene forum e conferenze su argomenti specifici di edilizia sostenibile. La Fondazione è sostenuta da LafargeHolcim, leader mondiale nel settore dei materiali da costruzione. L´ambizione di LafargeHolcim è di stabilire standard di settore per la riduzione delle emissioni di carbonio e di sviluppare e promuovere materiali sostenibili di alta qualità in tutto il mondo.

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