Con quasi 300.000 biglietti venduti (per la precisione 298.000, cui si aggiungono le 17.584 presenze durante i giorni di pre-apertura) e un pubblico per la metà proveniente dall’estero, la 19. Mostra Internazionale d’Architettura di Venezia Intelligens (da pronunciarsi con la ‘g’ dura) è stata la Biennale più visitata di sempre.

Soddisfatto del risultato il curatore Carlo Ratti, che ha ricordato anche le centinaia di workshop che durante questi sei mesi hanno animato lo Speakers’ Corner all’Arsenale. Eppure, ha proseguito Ratti, «la vera eredità di una Biennale si misura in ciò che resta nel tempo … Il tema di quest’anno ci invita a mobilitare ogni forma di intelligenza a nostra disposizione per affrontare un clima che cambia. Dobbiamo fermare il consumo di suolo e adattare il patrimonio costruito alle nuove condizioni ambientali, correggendo gli errori del recente passato. Se questi principi troveranno spazio nella pratica professionale nei prossimi anni, allora potremo considerare questa edizione davvero riuscita. La seconda eredità riguarda la natura stessa di una Biennale. In un’epoca segnata da comunicazioni istantanee, non basta più esporre opere: è necessario creare luoghi in cui possa emergere nuova conoscenza. Da questa convinzione nasce l’approccio del ‘Laboratorio’ che ha guidato il lavoro di quest’anno: un ecosistema creativo in cui architetti, scienziati, filosofi, chef, programmatori, agricoltori e molte altre figure professionali hanno potuto incontrarsi e collaborare».
Dal canto suo il Presidente di Fondazione Biennale Pietrangelo Buttafuoco ha commentato: «In questi mesi ricercatori, addetti ai lavori, famiglie si sono dati appuntamento nelle sedi delle Corderie dell’Arsenale e dei Giardini della Biennale di Venezia per celebrare – con la Mostra di Architettura di Carlo Ratti cui va il grazie – un momento di conoscenza e di crescita partecipata. I progetti in mostra e le iniziative di GENS Public Programme hanno fornito ai visitatori strumenti preziosi alla lettura dei nostri tempi complessi. Salutata da uno smagliante successo di pubblico – anche considerata la chiusura per restauro del Padiglione Centrale ai Giardini, che sarà restituito rinnovato per la Biennale Arte 2026 – da questo momento la Mostra Internazionale di Architettura si consegna e appartiene dunque al Futuro, il tempo di tutti noi, Gens dotati di Intelligenza».

Ricordiamo che il Leone d’Oro alla Carriera e il Leone d’Oro Speciale alla Memoria, attribuiti su proposta del curatore, sono stati consegnati rispettivamente alla filosofa statunitense Donna Haraway e all’architetto, progettista e designer italiano Italo Rota (2 ottobre 1953 – 6 aprile 2024).
La Giuria Internazionale, presieduta da Hans Ulrich Obrist, con Paola Antonelli, senior curator del dipartimento di Architettura e Design del MoMA e Mpho Matsipa, architetto, docente e curatrice sudafricana, ha così attribuito i premi ufficiali:
Leone d’Oro per la miglior Partecipazione Nazionale al Regno del Bahrain

Due menzioni speciali come Partecipazione Nazionale alla Santa Sede e alla Gran Bretagna

Leone d’Oro per la miglior partecipazione a Canal Café (Diller Scofidio + Renfro, Natural Systems Utilities, Sodai, Aaron Betsky, Davide Oldani)
Leone d’Argento per una promettente partecipazione a Calculating Empires: A Genealogy of Technology and Power Since 1500 (Kate Crawford, Vladan Joler)

2 menzioni speciali alle partecipazioni Alternative Urbanism: The Self-Organized Markets of Lagos (Tosin Oshinowo, Oshinowo Studio) e Elephant Chapel (Boonserm Premthada)
