RAGIONE E SENTIMENTO

Sorretto da un impegnativo progetto strutturale in acciaio, il complesso residenziale di Scau a Catania genera una nuova relazione con l’intorno e ripristina in chiave contemporanea la cortina stradale dialogando con la città reale e creando spazi verdi per i residenti. 

Un nuovo complesso residenziale che si sviluppa ai margini del centro storico di Catania, nei tre piani interrati ospita un sistema di parcheggio di circa sessantacinque posti auto e, per due piani fuori terra, nove alloggi di cui sei duplex, che si erigono sul suolo artificiale della sua copertura. La composizione volumetrica, lungo gli allineamenti stradali e i confini del lotto, disegna una corte interna: un tetto giardino che permette alle residenze di godere di un personale “polmone verde” in città. Il progetto si realizza in un’area urbana già perfettamente configurata e le nuove architetture riusano le volumetrie preesistenti nel lotto sostituendo fatiscenti case terrane dallo scarso pregio architettonico.

 

il ritmo dei pieni e dei vuoti è evidenziato dal contrasto cromatico tra il bianco in aggetto e i grigi dell’involucro e della pietra lavica (foto © Giusy Pelleriti)  

 

L’uso residenziale accomuna il nuovo complesso abitativo agli edifici circostanti ma la differenziazione linguistica manifesta una dichiarata appartenenza ad una contemporaneità che con le proprie differenze dialoga con le preesistenze storiche e con gli scempi edilizi degli anni Cinquanta, evidenziandone le criticità. Aderente, per giacitura e allineamenti, al tessuto urbano e rispettoso, nelle condizioni altimetriche, delle preesistenze edilizie dell’intorno, l’organismo architettonico si pone quale elemento di transizione nello skyline urbano tra l’orizzontalità della facciata storica e la composizione verticale del costruito risalente agli anni Cinquanta.

 

Dall´alto, pianta del piano terra, prospetti est e sezione longitudinale, che mostra i livelli interrati dell’intervento che raggiunge i dieci metri sotto il livello della strada.

 

Un lungo corpo orizzontale dialoga a tal fine da un lato con l’edificato storico e si raccorda dall’altro con una energica struttura verticale che, pur senza raggiungere le notevoli altezze del costruito preesistente, si confronta con tali volumetrie. La composizione dei prospetti considera l’intero complesso abitativo come un insieme unitario. I pieni e i vuoti sono ritmati da scansioni verticali che, pur ricercando le migliori condizioni di illuminazione e ombreggiamento naturale dei nuovi ambienti abitativi, si confrontano con le configurazioni dell’edilizia classica del contesto senza rinnegare le condizioni linguistiche della contemporaneità. La trama dei paramenti murari in pietra lavica e laterizio che caratterizzano la storia della tecnologia delle costruzioni della città di Catania e sono presenti negli edifici attigui, è rievocata dalla massa muraria del nuovo. Pietra lavica e laterizio rivestono infatti il basamento dell’edificio, scanditi da fughe orizzontali e, così come una parasta, marcano chiaramente l’angolo. La trave continua in sommità disegna la cornice di chiusura orizzontale, rievocando ancora una volta, ma in chiave moderna, i canoni compositivi dell’edificato storico.

 

La composizione volumetrica disegna una corte interna con tetto giardino che permette alle residenze di godere di una piccola oasi verde in città (foto © Giusy Pelleriti)


Lo sfalsamento dei piani in facciata, il ritmo dei pieni e dei vuoti è ulteriormente posto in evidenza dalla scelta cromatica delle finiture che seguono le logiche di un contrasto visivo che contrappone la purezza del bianco in aggetto ai grigi dell’involucro e della pietra lavica. La difficile condizione geologica, l’elevato numero di piani degli adiacenti edifici moderni preesistenti realizzati in cemento armato, i venti metri di altezza del terzo edificio di fine Ottocento in muratura e la necessità di sviluppare il nuovo intervento fino a raggiungere i dieci metri sotto il livello della strada, hanno indirizzato i progettisti a scegliere l’acciaio quale unico materiale, consentendo la realizzazione delle strutture.

Mariagrazia Leonardi 

 

La composizione dei fronti è ritmata da scansioni verticali studiate per ricercare le migliori condizioni di illuminazione e ombreggiamento naturale (foto © Giusy Pelleriti)

La trave continua in sommità definisce la cornice di chiusura orizzontale, rievocando, in chiave moderna, i canoni compositivi dell’edificato storico (foto © Giusy Pelleriti)

L´articolazione dei volumi dialoga con le preesistenze storiche dell’intorno urbano (foto © Giusy Pelleriti)  

 

 

 

 

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