Fino all’11 dicembre la Royal Academy of Arts di Londra presenta un vasto repertorio di opere che ripercorre l’intera carriera quarantennale dell’artista sudafricano William Kentridge (Johannesburg, 1955). La mostra, allestita in stretta collaborazione con Kentridge e il suo studio, è curata direttamente dall’istituzione inglese della quale Kentridge è accademico onorario.
I lavori includono disegni a carboncino, pellicole di animazione, sculture, un ‘teatro meccanico’, arazzi e registrazioni di performance.
Talvolta semi-autobiografico, spesso il lavoro di Kentridge si nutre di Storia, utile per mettere in luce la barbarie, le diseguaglianze e le assurdità del mondo moderno, con particolare attenzione alla colonizzazione europea del continente africano e ai suoi lasciti nell’epoca post-coloniale.
I temi della disuguaglianza razziale combinati con le ingiustizie sociali, politiche e economiche segnalano quanto progresso si debba ancora fare. Da questo punto di vista, la memoria rappresenta una componente critica del lavoro di Kentridge.
Per molti anni l’artista ha lavorato a stretto contatto con un gruppo composito di musicisti, danzatori, designer, stampatori, tessitori, fabbri e marionettisti, a riprova della natura fondamentalmente inclusiva del suo lavoro.
Tra i primi disegni, visti raramente in precedenza, anche tre trittici esposti insieme per la prima volta e il lavoro più significativo di quel periodo, The Conservationist’s Ball, 1985 (dal Rupert Museum di Stellenbosch). In mostra anche 25 grandi disegni a carboncino, realizzati per produrre gli undici Drawings for Projection animati.
Un’installazione importante è Black Box / Chambre Noire, 2005 (dal Louisiana di Humlebaek), un teatro meccanico comprendente marionette e proiezioni, che parla della straziante storia del massacro del popolo Herero in Namibia, oggi considerato il primo genocidio del XX secolo.
Il film di animazione Ubu Tells the Truth, 1997, ispirato all’opera teatrale Ubu Roi dello scrittore simbolista francese Alfred Jarry, è una dura critica del Sistema sudafricano dell’apartheid.
Tra le opere più recenti (2021-2022) una sequenza di grandi arazzi realizzati presso lo Stephens Tapestry Studio a Johannesburg, un gruppo di grandi disegni di fiori e una selezione dei disegni di alberi di Kentridge che includono scritte, ricollegandosi alla tradizione dei manoscritti medievali. L’uso di parole distribuite in maniera apparentemente casual nei disegni è per l’artista un modo di creare accostamenti che eludono l’analisi dell’opera.
La mostra della Royal Academy of Arts è organizzata in collaborazione con The William Kentridge Suppoters Circle, la Goodman Gallery, la Marian Goodman Gallery e la galleria Lia Rumma.