Ricehouse, quattro anni di progressi

RiceHouse, la start-up che trasforma gli scarti della lavorazione del riso in materiali per la bioedilizia, prosegue il suo percorso di crescita sul mercato italiano. Dopo l’avvio avvenuto quattro anni fa, a oggi sono 60 i cantieri che utilizzano i materiali prodotti dalla giovane azienda biellese.

L‘impresa guidata da Tiziana Monterisi è specializzata nel realizzare prodotti per l’edilizia trasformando gli scarti della produzione risicola, altrimenti destinati a essere bruciati in quanto inadatti all’allevamento. Grazie alla miscela di calce, lolla e paglia, gli elementi prodotti sono leggeri, altamente termici, traspiranti, sani, privi di formaldeide e 100% made in Italy. Essendo naturali, una volta arrivati a fine vita, i prodotti non avranno un impatto sull’ambiente, in quanto biocompostabili e biodegradabili.

Non mancano nel catalogo le novità: di recente è stato presentato Risorsa, un nuovo sistema costruttivo prefabbricato. Si tratta di una parete a elevate prestazioni termiche e acustiche, priva di sostanze nocive per la salute delle persone, altamente traspirante che permette di regolare l’umidità degli ambienti indoor purificandone le concentrazioni di inquinanti grazie alle proprietà dell’argilla.

I prodotti della start-up spaziano dagli intonaci ai massetti, dalle eco pitture ai pannelli di chiusura e di rivestimento a secco, componenti già impiegati nella realizzazione di diversi edifici, come la ristrutturazione di Casa UD a Chamois vicino a Aosta: grazie all’elevato isolamento della paglia di riso, l’abitazione non ha avuto bisogno di alcun impianto di riscaldamento, neppure quando, durante l’inverno, vengono raggiunte temperature molto basse.

Un altro intervento degno di nota ha riguardato la ristrutturazione e la riqualificazione energetica di Casa NP a Sciolze in provincia di Torino: gli interventi di isolamento e di finitura con intonaci biocompositi in calce di lolla hanno consentito di ottenere un edificio a bassa energia grigia, che minimizza le dispersioni e sfrutta gli apporti solari passivi.

I prodotti RiceHouse sono stati impiegati anche per realizzazioni più impegnative, come l’intervento terziario Cavour98 a Montopoli vicino a Pisa. Si è trattato di un edificio, ancora in fase di realizzazione, che accoglierà un centro estetico interamente concepito secondo i principi di progettazione nZeb.

La start-up si è anche spinta a realizzare edifici all’estero, come la Casa ZS a Aurigeno in Svizzera costruita interamente, dalla struttura in legno all’isolamento in paglia di riso dei muri perimetrali, con materiali naturali.

Per la commercializzazione dei suoi prodotti RiceHouse continua ad affidarsi a Nordtex, l’azienda altoatesina che distribuisce prodotti ecologici per il comfort e l’efficienza energetica delle abitazioni.

In questi ultimi tempi l’azienda biellese ha rafforzato la collaborazione con Wasp, azienda leader nel settore della stampa 3D: dopo Gaia, una casa stampata in 3D con i materiali  naturali, i bio-materiali sono stati impiegati per la realizzazione di Tecla, un habitat eco-sostenibile disegnato da Mario Cucinella, stampato sempre con tecnologia 3D.

Per l’anno in corso la società di Monterisi ha già firmato alcune nuove partnership con aziende importanti come Repower, Terna e Vortice.

RiceHouse sarà presente al prossimo Klimahouse di Bolzano con stand, convegni e l’illustrazione del progetto di habitat eco-sostenibile Tecla.

 

 

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