RITORNO AL FUTURO

Con un intervento complesso che ha riguardato struttura, involucro, distribuzione interna e impiantistica lo storico palazzo Ricordi a Milano è diventato l’edificio certificato Leed Core & Shell Gold più antico al mondo. 

Nel cuore di Milano, tra il Duomo e il Teatro alla Scala, lo storico Palazzo Ricordi domina la testata dell’isolato compreso tra le vie San Raffaele, Berchet e Foscolo, a ridosso dell’ingresso laterale est della Galleria Vittorio Emanuele II. Gli ultimi interventi erano stati quelli di Asnago e Vender, che si erano occupati della ricostruzione dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale e negli anni Sessanta avevano realizzato l’attuale piano soppalco e apportato migliorie distributive.

Oggi, dopo due anni di lavori, il team formato dallo studio di architettura Parisotto+Formenton e dalla società di ingegneria F&M, che ha seguito anche la direzione lavori, insieme a Esa Engineering per gli impianti e alla società di consulenza Evotre per il processo di certificazione, consegnano al committente e alla città un edificio completamente rinnovato.

 

Il fronte di Palazzo Ricordi su via San Raffaele. La costruzione originale risale al 1880. Nel 1920 l´edificio divenne sede della società discografica Ricordi (foto ©Paolo Utimpergher)

 

La facciata su via Berchet (foto ©Paolo Utimpergher)

La riqualificazione completa dell’immobile, a destinazione commerciale/direzionale, ha coinvolto tutti i sette piani con un impianto di layout nuovo; un importante intervento è stato effettuato sui serramenti, tutti rinnovati con un significativo miglioramento delle performance energetiche e dell’estetica, in particolare liberando tutte le vetrine al piano terra commerciale, attualmente occupato per intero da un Ferrari Store. Sono stati inoltre progettati con massima cura del dettaglio e delle finiture l’ingresso, gli spazi comuni e i percorsi di distribuzione verticali.

La riqualificazione del cortile interno, che in precedenza ospitava gli impianti, con la realizzazione di una vasca centrale attraversata da un velo orizzontale d’acqua che scorre sul fondo vetrato e porta luce al piano inferiore, ha trasformato uno spazio di fatto inutilizzato nel vero cuore del progetto: un ambiente vivo e dinamico, fulcro ideale dell’edificio. Importanti elementi progettuali sono inoltre gli open space che ora si affacciano con ampie vetrate su questo nuovo spazio.

 

 

Una delle facciate aperte sul cavedio centrale (foto ©Paolo Utimpergher)

Particolare della vasca centrale con fondo vetrato che chiude la corte interna e porta luce ai piani commerciali sottostanti (foto ©Paolo Utimpergher)


È stata altresì realizzata ex-novo una grande sala riunioni a sbalzo, completamente vetrata, che si stacca dal corpo principale e si proietta verso il Duomo di cui gode privilegiata vista ravvicinata. Il nuovo edificio risparmia oltre il 35% dei consumi energetici, riducendo del 40% le emissioni di CO2 equivalente. Un risultato che inquadra Palazzo Ricordi come un edificio di classe A, secondo la classificazione energetica italiana, mentre il parco immobiliare nazionale è tuttora formato per la maggior parte da edifici di classe E o inferiore.

Molti gli interventi eseguiti per ottenere la certificazione Leed. Alcuni molto semplici, come la destinazione di un locale interno all’edificio a parcheggio verticale di biciclette o le nuove rubinetterie temporizzate e le cassette a doppio flusso (risparmio idrico del 37%), altri più complessi, resi possibili da una progettazione integrata e dal lavoro di squadra svolto dagli studi di architettura e ingegneria: gli interventi di mantenimento e riutilizzo degli elementi strutturali e di facciata (l’84% del materiale conservato) con il loro consolidamento; l’introduzione un termo cappotto interno ad elevato coefficiente di isolamento nonostante la complessità dell’edificio storico; la realizzazione di un impianto geotermico con pompa di calore con emungimento di acqua di falda; il condizionamento con anello di condensazione ad acqua di falda; il rifacimento dei serramenti su disegno originario con vetri selettivi e finestre isolanti; l’ottimizzazione dell’illuminazione naturale per più del 90% degli spazi occupati regolarmente grazie alla distribuzione interna e alle nuove scelte architettoniche e di posizionamento degli impianti.

 

Affacci e spazi interni dell´edificio sono stati radicalmente modificati (foto ©Paolo Utimpergher)

La parete vetrata del nuovo corpo uffici a sbalzo (foto ©Paolo Utimpergher)


Molto articolata è stata anche la gestione di cantiere che ha visto lo sviluppo di un attento piano per la riduzione degli impatti delle attività di costruzione e la ricerca di materiali con caratteristiche di sostenibilità. L’installazione degli impianti è stata perfezionata da un processo di commissioning avanzato, che ha preso avvio fin dalle prime fasi della progettazione e ha verificato l’installazione, la taratura e il funzionamento di tutti gli impianti secondo le specifiche di progetto.

“Palazzo Ricordi è la prova che si può lavorare secondo pratiche green preservando la massima integrità delle strutture storiche che abbiamo in Italia con un po’ di ingegno, fatica e innovazione. Questo rappresenta un’opportunità per ridurre i consumi e diminuire ogni anno grandi quantità di emissioni di anidride carbonica” – Gianni Silvestrini, presidente di GBC Italia

A corollario dell’intervento e finanziati da iniziativa privata anche i lavori di ripavimentazione delle vie Berchet, Foscolo e San Raffaele, secondo disegno e direzione artistica di Parisotto+Formenton, che portano alla completa pedonalizzazione dell’intera area interessata dall’intervento.

Il disegno del nuovo manto riprende temi e materiali storici tipici delle strade milanesi con porzioni di acciottolato e granito, usando ove possibile masselli di recupero provenienti dai depositi comunali, integrati con lastre nuove di granito bianco. Sono stati inoltre demoliti i marciapiedi, preferendo un unico livello a raso, con percorsi laterali protetti dalla tipiche colonnine “parigine” in uso a Milano.

Una scala interna (foto ©Paolo Utimpergher)

(foto ©Paolo Utimpergher)

 

 

 

 

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