TRA STORIA E NATURA

Selezionato tra i candidati provenienti da sedici paesi, José María Sánchez García è il vincitore della quarta edizione del BSI Swiss Architectural Award

Sono tre le opere del giovane architetto spagnolo che hanno riscosso l’unanimità dei giurati: la sistemazione dell’area del Tempio di Diana a Merida, completata nel 2008, il centro per l’innovazione sportiva “el Anillo” a Guijo de Granadilla (2008-2009) e il centro di canottaggio di Alange, sempre in Spagna (2008-2010). 

Nelle parole di Mario Botta, presidente della giuria, le opere di José María Sanchez García “testimoniano la maturità di un architetto, nemmeno quarantenne, capace di confrontarsi con eguale rigore e precisione con programmi e contesti diversi, dalla riqualificazione del patrimonio archeologico nel tessuto urbano all’insediamento di strutture sportive in un paesaggio suggestivo. I suoi interventi si traducono in un gesto misurato e potente al tempo stesso, scevro da compiacimenti formali, che ordina e configura un luogo, evidenziandone le qualità specifiche. La riduzione formale operata dall’architetto è accompagnata da una grande sensibilità nell’interpretazione del sito, con cui instaura un dialogo fecondo”.

Nato a Don Benito, in Estremadura, nel 1975, José María Sánchez García si è laureato nel 2002 alla Escuela Tecnica Superior de Arquitectura di Madrid (ETSAM), dove è professore associato di progettazione. Nel 2006 ha aperto il proprio studio professionale a Madrid. Ha vinto l’AR+D Architectural Review Awards for Emerging Architecture (2009), il Design Vanguard 2009 Award, il IX European Prize for Architecture Philippe Rotthier (2011), la distinzione per giovani architetti della XI BEAU – Biennale Spagnola di Architettura e Urbanistica e il premio della VII Biennale Iberoamericana di Architettura e Urbanistica. È stato invitato alla Cornell University a New York, ha tenuto lezioni e conferenze al RIBA-Royal Institute of British Architects e in numerose università, in Spagna e all’estero; nel 2007-2008 è stato borsista della Reale Accademia di Spagna a Roma.

Attualmente in costruzione i suoi progetti per il turismo nel Castillo de la Luna ad Alburquerque e nel Convento de San Juan de Dios a Olivenza, (entrambe nel Badajoz, in Spagna).


I PROGETTI PREMIATI


TEMPIO DI DIANA A MERIDA

(foto di Roland Halbe)

Un perimetro architettonico a L, formato dalla piattaforma posta allo stesso livello del podio del tempio, e da una parete strutturale che lo isola dai vicini edifici del centro urbano, protegge e al tempo stesso congiunge l’antico foro romano alla città. All’interno del perimetro, gli spazi interstiziali sono occupati da volumi sospesi che assolvono a funzioni commerciali e culturali. La distanza della piattaforma dal tempio ne favorisce la lettura lasciando al contempo libero spazio agli scavi archeologici tuttora in corso.

 

L’ANELLO DI GUIJO DE GRANADILLA 

(foto Studio José Maria Sanchez Garcia)

Sul confine di un parco naturale, integrata nello spettacolare contesto per scala e per contrasto, una geometrica forma aliena (200 metri di diametro) percepibile nel suo insieme solo dall’alto, poggiata su pilastri che la sollevano dal terreno senza mutarne la topografia, riflette il paesaggio sulle facciata continua, ritmata da aperture e finestrature a intervalli irregolari, in pannelli prefabbricati d’acciaio inossidabile. Piatta e accessibile, la copertura è una promenade di 400 metri aperta sulla penisola.

 

CENTRO DI CANOTTAGGIO DI ALANGE

(foto di Roland Halbe)

In parte scavato per adattarsi alla morfologia del terreno senza interrompere la vista dal vicino villaggio, la sua copertura diventa patio, veranda e ingresso principale attraverso una rampa tagliata nella piattaforma in cemento armato e sorretta da cavi in acciaio. La sola costruzione visibile dall’esterno è la copertura leggera, sostenuta da capriate regolari in acciaio, che protegge e ombreggia la piattaforma esattamente quadrata (21 x 21 metri) del centro, trasformandola in punto di osservazione privo di ostacoli visivi.

 

Premio, giuria, advisors

Istituito nel 2008, il BSI Swiss Architectural Award è un premio biennale di 100.000 franchi svizzeri promosso da BSI Architectural Foundation con il patrocinio dell’Ufficio Federale della Cultura di Berna e dell’Accademia di Architettura di Mendrisio in collaborazione con l’Archivio del Moderno di Mendrisio.

La giuria, presieduta da Mario Botta e composta da Alberto Campo Baeza, Marc Collomb, direttore dell’Accademia di Mendrisio, Charles Kleiber, presidente di BSI Architectural Foundation e Bruno Reichlin (segretario del premio è Nicola Navone), ha esaminato 27 candidature segnalate da un comitato internazionale di advisors, formato quest’anno da due Premi Pritzker, Toyo Ito e Eduardo Souto de Moura, e da Solano Benitez, Barry Bergdoll, Ole Bouman, Luis Fernandez Galiano, Sean Godsell, Diébédo Francis Kéré, Shelley McNamara, Rahul Mehrotra, Mohsen Mostafavi e Valerio Olgiati.

Nelle precedenti edizioni il premio era stato vinto da Solano Benitez (2008), Diébédo Francis Kéré (2010) e Bijoy Jain (Studio Mumbai) nel 2012.

 

 

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