In una veste dimessa e senza offrire ‘riduzioni ferroviarie’, il manifesto nella foto di apertura annunciava la Triennale della ricostruzione, quella però che diede il via al progetto urbanistico del quartiere milanese QT8, in anni di speranza verso il futuro nei quali l’intelligenza era chiamata a sostituire le scarse risorse di un Paese che usciva distrutto dall’avventura bellica.
Fa parte delle centinaia di manifesti ora raccolti nel volume Triennale. Cento anni di manifesti, a cura di Mario Piazza, pubblicato da Triennale Milano in occasione dei cento anni dell’istituzione milanese ed edito da Marsilio Arte.
Il volume di 180 pagine in grande formato (40 euro il prezzo di copertina) racconta in particolare la storia delle ventitré edizioni dell’Esposizione Internazionale di Triennale dal punto di vista della grafica, dagli anni del cartellonismo d’artista alla grafica di Italo Lupi e, dal 1999, di Studio Norm di Zurigo.
Il libro riunisce centinaia di manifesti di grandi protagonisti della grafica internazionale, come Aldo Scarzella, Giovanni Guerrini, Marcello Nizzoli, Michele Cascella, Mario Sironi, Enrico Ciuti, Max Huber, Ernst Scheidegger, Marco Del Corno, Eugenio Carmi, Roberto Sambonet, Massimo Vignelli, Albe Steiner, Giulio Confalonieri, Italo Lupi, Alberto Marangoni, Bob Noorda, Mauro Panzeri, Giorgio Camuffo, Anna Kulachek, 2×4, Pierluigi Cerri, Theo Crosby, Wim Crouwel, Michel Folon, Felix Humm, Norm, Massimo Pitis, Leonardo Sonnoli, Ettore Sottsass, Studio FM Milano, TassinariVetta, George Tscherny, Heinz Waibl, Lance Wyman.
Nei loro lavori il manifesto assume una valenza culturale e simbolica che va al di la del supporto informativo per diventare un elemento in grado di comunicare direttamente visioni e suggestioni legati ai temi e ai progetti.