Di fronte all’ingresso del Palazzo dell’Arte, un elefante ha prontamente preso il posto della balenottera azzurra alla quale un senzatetto egiziano aveva appiccato il fuoco qualche settimana fa.
Pur trattandosi di un ‘elefante della Namibia’, l’opera proviene dallo studio viareggino di Jacopo Allegrucci, artista specializzato in opere di cartapesta ingaggiato per la 24esima Esposizione Triennale Internazionale Inequalities.

La sostituzione in realtà era programmata, indipendentemente dall’atto doloso, e altre seguiranno: la giraffa di Rothschild (dal 3 settembre al 5 ottobre) e l’ippopotamo (dal 6 ottobre al 9 novembre, quando si concluderà l’intera Esposizione). Tutte specie, quelle vere, in via di estinzione.
Le installazioni vorrebbero agire da spunto di riflessione e sulle diseguaglianze che segnano la nostra relazione con il mondo naturale e sulla fragilità ecologica del pianeta. Una fragilità che si riflette anche nel materiale impiegato – la cartapesta – e che la fine ingloriosa della balenottera non poteva ricordare meglio (con annesse emissioni di CO2, vabbè).