141. Un secolo di disegno in Italia è il titolo della mostra antologica, aperta al pubblico fino al 24 giugno a Bologna nelle sale della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna che l’ha organizzata e promossa: un viaggio lungo oltre un secolo nella storia del disegno italiano tra 141 opere selezionate dai curatori Maura Pozzati e Claudio Musso.
Nella lista degli artisti in mostra compaiono figure di spicco dei principali movimenti e tendenze del XX secolo, dal Futurismo alla Metafisica, dall’Informale alla Nuova Figurazione passando per la Pop Art, l’Arte povera e il Concettuale. Allo stesso tempo, attraverso l’eterogeneo panorama delle singole ricerche, sono incluse le svariate tecniche dell’arte contemporanea dalla pittura alla scultura, dalla performance ai nuovi media, unite dal denominatore comune del disegno.
Come sostiene Maura Pozzati nel suo testo in catalogo Le mani pensano quando disegnano, «questa mostra su un secolo di disegno in Italia è un omaggio a chi ama il disegno, a chi si fa emozionare dal segno, a chi ricerca nell’arte la traccia di una espressione libera, di una energia accumulata, di un pensiero ossessivo».
«Il disegno ‒ spiega Claudio Musso ‒ come il linguaggio, è materia viva, pulsante, brulicante di vita indipendentemente dalla data della sua creazione, tende inoltre a rigettare schemi e regole se non autoimposti e si presenta a tutti gli effetti come un processo creativo che non si esaurisce nel rapporto tra l’artista e la sua creazione, ma che viene sollecitato e riattivato da ogni singolo osservatore».
La mostra è accompagnata da un volume di Corraini Edizioni realizzato dallo Studio Filippo Nostri e pensato come una raccolta di schede organizzate in ordine di nascita in cui ai lavori sono affiancati testi degli artisti legati all’esperienza del disegnare.
Con 141.Un secolo di disegno in Italia, frutto di una rete di collaborazioni tra archivi, gallerie, collezionisti privati e artisti, Fondazione del Monte riapre le porte al pubblico nella ferma convinzione che la cultura sia un bene primario per il benessere della collettività. L’ingresso è gratuito ma, nel rispetto delle norme vigenti a tutela della salute pubblica, è necessaria la prenotazione sul sito della Fondazione.