Unknown Unknowns, il viaggio nell’ignoto della 23esima Triennale

È un’indagine sull’ignoto nella quale scienza, arte, design e architettura concorrono a suscitare domande che non abbiamo neppure immaginato la 23ª Esposizione Internazionale di Triennale Milano dal titolo Unknown Unknowns. An Introduction to Mysteries, visitabile da oggi all’11 dicembre a Milano.

Articolata in doversi momenti espositivi che occupano tutti gli spazi del Palazzo dell’Arte, lungo un percorso segnato, a cominciare dall’esterno, da quattro installazioni sulle immagini e le voci del continente africano realizzate dal premio Pritzker 2022 Francis Kéré, Unknown Unknowns include la mostra tematica – curata da Ersilia Vaudo, astrofisica e Chief Diversity Officer all’Agenzia Spaziale Europea – una sezione dedicata alle ventidue partecipazioni internazionali, di cui Kéré è curatore, e le mostre Mondo Reale, ideata da Hervé Chandès, direttore artistico della Fondation Cartier pour l’art contemporain, e La tradizione del nuovo, curata da Marco Sammicheli, direttore del Museo del Design Italiano di Triennale.

Untitled, di Jaider Esbell, in Mondo Reale, la parte di esposizione ideata da Hervé Chandès della Fondation Cartier pour l'Art Contemporaine, con cui Triennale Milano ha un rapporto di collaborazione pluriennale (Courtesy Galeria Jaider Esbell de Arte Indígena Contemporânea © Jaider Esbell Estate, photo Bruno Leão)

Ignoto dunque come elemento di stupore di fronte alla vastità di ciò che ci sfugge e come dimensione da vivere, come del resto abbiamo imparato con la pandemia da Covid-19.
Un’esposizione che, nelle parole del presidente di Triennale Milano Stefano Boeri, «non ha l’ambizione di conquistare gradualmente il vasto territorio che sfugge alla nostra conoscenza ma vuole invece esplorarlo con l’attitudine di chi sceglie, in primo luogo, la sfida dell’empatia, capacità esclusivamente umana di mettersi negli occhi degli altri soggetti viventi e di mappare, da queste variegate angolature, i bordi dell’ignoto contemporaneo. Quel che non sappiamo di non sapere non è la constatazione di un limite, ma la percezione di una forma di conoscenza che rispetta l’ignoto, a volte abbracciandolo, a volte attraversandolo, a volte eludendolo. Ma sempre accettandolo come presenza costante della nostra vita».

All'ingresso della mostra tematica i Perfect Bodies di Bosco Sodi sono un invito a riflettere sulla gravità, che tiene insieme anche le molecole che formano i nostri corpi.

La 23ª Esposizione Internazionale, realizzata sotto l’egida del Bureau International des Expositions e in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, è supportata dai membri della Fondazione La Triennale di Milano: il Ministero della Cultura, Regione Lombardia, il Comune di Milano e la Camera di Commercio di Milano, MonzaBrianza, Lodi, ed è stata resa possibile dai main partner Eni e Lavazza Group e degli altri partner di Fondazione Triennale Franklin Templeton, ViveArts, Scalo Milano Outlet & More, Rai, IGPDecaux, Salone del Mobile.Milano, ATM.

Il filo della matematica può consegnarci a realtà a cui non siamo ancora preparati, che sirivelano ancor prima di venire osservate, come la soluzione dell’equazione di Paul Dirac che postulò l’esistenza dell’antimateria, o la prima soluzione dell’equazione di campo di Einstein trovata da Karl Schwartzschild che fece emergere la possibilità dell’esistenza dei buchi neri. Nella foto, Andrea Galvani, Instruments for Enquiring into the Wind and the Shaking Earth, 2022. Sculture in vetro di Murano soffiato a mano e luci al neon.

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