V&A East Storehouse, il museo-deposito dinamico di Diller Scofidio + Renfro
DSR_VandA-East-Storehouse_c_Hufton-plus-Crow_8
V&A East Storehouse’s central Weston Collections Hall stretches across three levels, with over 100 frequently changing, curated mini displays literally ‘hacked’ into the ends and sides of storage racking. Anchoring the Weston Collections Hall are six large-scale objects – many have not been on display for decades due to their size. These include an architectural fragment from Robin Hood Gardens (left of image), a former residential estate in Poplar, east London.
V&A East Storehouse, il museo-deposito dinamico di Diller Scofidio + Renfro
DSR_VeA-East-Storehouse_c_Hufton-and-Crow_7
The 20-metre-high Weston Collections Hall. This dramatic clearing in the centre of the densely packed warehouse suggests a void extracted from a solid mass. The Collections Hall contains artefacts that appear to stretch into infinitely deep space in every direction, even under one’s feet, through a section of glass floor. Anchoring the Weston Collections Hall are six large-scale objects – many have not been on display for decades due to their size. These include an architectural fragment from Robin Hood Gardens (right of image), a former residential estate in Poplar, east London.
V&A East Storehouse, il museo-deposito dinamico di Diller Scofidio + Renfro
DSR_VeA-East-Storehouse_cHufton-and-Crow_4
From the moment they emerge into the central Weston Collections Hall, visitors will be captivated by stunning vistas across three levels, surrounded by a cross-section of the V&A’s collections. From ancient Buddhist sculpture to PJ Harvey’s guitar, paintings by Angelica Kauffman’s circle, costumes worn by Vivien Leigh, works by Sir Frank Bowling and Hew Locke, items from the Glastonbury Music Festival, Suffragette scarves, vintage football shirts, Thomas Heatherwick’s model for the London 2012 Olympic Cauldron and road signs designed by Margaret Calvert, visitors can take their own path through over 100 curated “mini displays” hacked into the ends and sides of the storage racking.
V&A East Storehouse, il museo-deposito dinamico di Diller Scofidio + Renfro
DSR_VandA-East-Storehouse_c_Hufton+Crow_12
The Collections Hall is bounded by concentric layers of accessibility: the inner layer exposes open crates to the public; the middle layer is a more traditional archive; and the outermost layer contains private spaces for museum staff, conservation work, research, and deep storage where objects are protected from excessive light, dust, and human contact. The Collections Care and Access teams will undertake technical and logistical activities across V&A East Storehouse, using specialised equipment to move and install objects. At every opportunity, when safe to do so, Museum Technicians will move threshold gates so visitors can get as close to the action as possible.
Dopo dieci anni di progettazione, ascolto e costruzione, sabato 31 maggio ha aperto al pubblico il V&A East Storehouse, deposito visitabile dell’eterogenea collezione – dalla piccola alla grande scala, dalla Egg Chair di Arne Jacobsen del 1958 ai poster di Jimi Hendrix, dagli abiti di Dior o di Azzedine Alaïa ai frammenti di tessuti dell’antico Egitto – che il Victoria&Albert conserva.
Una collezione di 2,8 milioni di oggetti dei quali solo 60.000 sono esposti nelle sale di Cromwell Road e che ora diventano in parte (oltre 500.000) accessibili in questo nuovo edificio – che è insieme deposito, conservatorio, archivio, centro di restauro e luogo di visita – nella duplice modalità di ‘Order an Object’ e di ‘Object Encounters’.

Costruito all’interno del Queen Elizabeth Olympic Park, sul sito nel 2012 occupato dal centro stampa e televisione delle Olimpiadi di Londra, nel progetto architettonico di Diller Scofidio + Renfro il V&A East Storehouse sviluppa una superficie di 16.000 metri quadrati organizzati su quattro livelli.

Dall’atrio a livello della strada, per mezzo di una passerella i visitatori passano attraverso le scaffalature dei magazzini prima di emergere nella Weston Collections Hall, un ampio spazio di 20 metri di altezza circondato su tutti i lati da depositi di opere.
Anche grazie al soffitto molto luminoso, la sensazione che si riceve è quella di trovarsi in un luogo aperto e sconfinato come la vastità delle collezioni che accoglie e, nello stesso tempo, di trovarsi in uno spazio generalmente non aperto al pubblico.

In parte vetrato, il pavimento della Weston Hall consente di vedere anche sei oggetti che appartengono alla collezione del V&A e che a causa delle loro dimensioni non erano mai stati esposti al pubblico: un ufficio degli anni Trenta realizzato per Kaufmann, l’unico progetto di interni di Frank Lloyd Wright completo al di fuori degli Stati Uniti; una Frankfurt Kitchen in scala 1:1 progettata da Margarete Schütte-Lihotzky; il soffitto decorato e intagliato del Torrijos Palace, edificio del XV secolo vicino a Toledo oggi demolito; il colonnato di Agra (17esimo secolo); un frammento architettonico di una residenza inglese che sorgeva a est di Londra; e infine una scena teatrale di 10 metri per 11 dello spettacolo dei Balletti Russi Le Train Bleue del 1924, il più grande dipinto mai realizzato da Picasso.

Invertendo la distribuzione tipica dell’organizzazione museale, lo spazio accessibile al pubblico, con le casse delle collezioni aperte e visitabili, si trova nel centro dell’edificio mentre gli ambienti destinati alla conservazione, dove le opere devono essere protette da luce e umidità, e quelli destinati alla ricerca, al restauro e alla riproduzione fotografica professionale degli oggetti sono collocati lungo il perimetro esterno.
Non mancano spazi pubblici dove sostare e una caffetteria, la e5 Storehouse, il cui design degli interni è stato affidato al nuovo studio di architettura ‘Thing’ di Lucas Facer, Thomas Randall-Page e Patrick Fryer, e gestita dal team di e5 Bakehouse e e5 Poplar.
Rispetto ad analoghe esperienze – come il Depot Boijmans Van Beuningen di Winy Maas a Rotterdam – nel V&A East Storehouse le modalità pubbliche di fruizione sono organizzate in due modi. ‘Order an Object’ consente a chiunque di prenotare online fino a 5 oggetti, che potrà visionare dal vero. Attiva dal 13 marzo, la modalità finora ha generato 250 richieste (l’oggetto più richiesto è stato un abito da sera del 1954 di Balenciaga in taffetà di seta rosa).

L’altra possibilità (‘Object Encounters’) è quella di una visita guidata per piccoli gruppi, anch’essa da prenotare online ma che si svolgerà in giornata. Gli oggetti che si incontreranno saranno ogni volta diversi, il che incentiva a visitare il luogo più volte.
«Il V&A East Storehouse è una fucina di attività e una rara opportunità di osservare, ascoltare e osservare da vicino l’attività quotidiana di un museo in piena attività. Da complessi lavori di conservazione alle nuove acquisizioni dagli oggetti in deposito o in esposizone a quelli che vengono spediti per i prestiti, qui c’è sempre qualcosa di nuovo da vedere», dice Kate Parsons, direttirce della Collections Care and Access del museo.