Secondo i preconsuntivi elaborati dal Centro Studi di FederlegnoArredo la filera italiana del legno-arredo – un comparto che conta oltre 73mila aziende – ha chiuso il 2020 con un meno 10,8 per cento sull’anno pre-pandemia. Un dato meno grave delle stime che a giugno prevedevano un calo del 16 per cento e che permette di guardare all’anno in corso con un cauto ottimismo, soprattutto se entro aprile prenderà davvero il via la vaccinazione di massa.
«I vari comparti della filiera – commenta il presidente di FederlegnoArredo Claudio Feltrin – sono così diversi fra loro che ognuno ha vissuto e reagito alla crisi in maniera diversa. Certamente il Contract ha sofferto più di altri settori. Alberghi, aeroporti, luoghi pubblici chiusi hanno coinciso con una contrazione di spesa in questa direzione, mentre l’arredo casa ha beneficiato della permanenza forzata fra le mura domestiche».
La flessione ha riguardato sia il mercato interno (-9,4%), sia quello estero (-13,1%). A limitare la caduta hanno contribuito anche le numerose agevolazioni fiscali disponibili per il 2020, insieme al desiderio degli italiani di rinnovare la propria abitazione.
In vistoso calo l’import.
La contrazione più significativa riguarda i comparti legati al mondo non residenziale degli uffici, del retail e dell’hospitality. Non si registrano sostanziali differenze tra Arredo (-11%) e Legno (-10%) mentre subisce una contrazione maggiore il Commercio legno (-14,0%) a causa di un progressivo e costante aumento del prezzo delle materie prime e numerose difficoltà negli approvvigionamenti a livello globale.