Si intitola Courtyards Dialogue il progetto vincitore del concorso internazionale di architettura promosso dall’Unesco con il Ministero della Cultura dell’Iraq e il sostegno degli Emirati Arabi Uniti per la ricostruzione della moschea di Mosul.
Presentato da un team di architetti egiziani guidato da Salah El Din Samir Hareedy, il progetto è stato scelto tra 123 candidature e si aggiudica il primo premio di 50mila dollari e l’incarico.
Secondo classificato (premio di 30mila dollari) un team di architetti dall’India guidato da Avneesh Tiwari (atArchitecture), mentre il team spagnolo guidato da Francisco Javier Maroto Ramos (ETSAM. UPM) si è classificato terzo.
Quarto e quinto posto rispettivamente agli americani di Productora (Usa e Messico) e a Clément Blanchet Architecture (Francia, recenti vincitori con tenne del concorso per la nuova sede della Regione Siciliana).
Menzioni d’onore al team italiano di Riccardo Renzi con Elena Ceccarelli, Gabriele Marinari, Virginia Vivona, Diego Betti e Antonio Ciracì (Italia) e a quello guidato da Leonidas Papalampropoulos (Grecia).
Courtyards Dialogue si propone di ricostruire l’antico luogo di preghiera – la moschea di Al-Nouri risale al XII secolo – distrutto nel 2017 dai combattenti dello Stato Islamico, e di integrarlo, attraverso una sequenza di spazi pubblici e differenti accessi, al nucleo storico della città di Mosul.
La giuria internazionale del concorso, sostenuto dall’Uia-Union Internationale des Architectes, era presieduta dall’architetto iracheno Raya Ani, fondatrice di RAW-NYC Architects. Ne facevano parte professori universitari, direttori di scuole di architettura di università internazionali e architetti alla guida di studi professionali.