Lo scorso mese di aprile si sono conclusi i lavori di restauro di Tomba Brion, che erano stati avviati nell’autunno 2016.
Ora il docufilm “Le Voyage d’Or”, che verrà presentato domani 10 giugno alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia, ne racconta la storia. Si tratta di un percorso vissuto attraverso gli occhi di una studentessa giapponese in viaggio in Italia, quasi un’inversione dell’interesse e dell’attenzione – ricambiata – che ebbe Carlo Scarpa per la cultura del paese asiatico, dove concluse i suoi giorni.
Anche il nome del docufilm, spiega il regista Riccardo De Cal, è una citazione del Voyage d’Orient, il carnet in cui Le Corbusier raccontò il suo viaggio giovanile da Occidente a Oriente, e riconduce al contempo «alla magia dell’oro, che persino nel buio più fitto sa scoprire e attirare pagliuzze di luce, così come il Memoriale Brion brilla della stessa luce, incastonato e quasi nascosto nella campagna veneta».
Unicum e opera summa della produzione scarpiana, il Memoriale a San Vito di Altivole che Onorina Brion Tomasin commissionò nel 1968 a Carlo Scarpa alla morte del marito Giuseppe Brion, fondatore della BrionVega, è uno strumento poetico di elaborazione del lutto a disposizione dell’intera comunità.
Così com’è unica l’opera, irripetibile è stato il restauro: «Dopo una serie di interventi spot succeduti nei decenni, questo è il primo grande intervento di manutenzione e restauro a quarant’anni dal suo completamento», spiega il Direttore dei Lavori Architetto Guido Pietropoli, allievo e collaboratore di Carlo Scarpa, che ha visto nascere Tomba Brion, seguendo il Maestro in cantiere.
L’intervento è straordinario sia per l’impegno economico della famiglia Brion sia per l’importanza dell’azione messa in campo, che dopo 50 anni ha coinvolto di nuovo alcuni degli artigiani che avevano lavorato alla sua costruzione. Tra i protagonisti del restauro i fratelli Paolo e Francesco Zanon che avevano eseguito le opere in metallo negli anni ’70 del secolo scorso, e artigiani che avevano collaborato in altre opere scarpiane, come la Falegnameria Capovilla e il Laboratorio Morseletto.
«In questo progetto sono coinvolte aziende e istituzioni per fare squadra nella promozione di un capolavoro – sottolinea la Sindaca di Altivole Chiara Busnardo ringraziando la famiglia Brion e le imprese che hanno sostenuto il restauro. Tomba Brion è un “luogo del cuore” per chi vive nel nostro territorio ma esercita un richiamo di portata internazionale».
L’intervento di restauro ha permesso di ricomporre il Padiglioncino sull’acqua com’era in origine, con la finestra a carabottino all’interno. Il padiglioncino è stato oggetto di un complesso intervento di ripristino: è stato completamente smontato e trasportato nella Falegnameria Capovilla e nell’Officina Zanon a Venezia per essere restaurato e poi ricollocato nella posizione originaria.
I lavori hanno interessato anche i canali d’acqua e le vasche per quanto attiene la pulizia e il restauro dei bordi affioranti in calcestruzzo. La vasca del tempietto è stata completamente svuotata e ripulita, per poi procedere al rifacimento in acciaio inox dell’impianto di erogazione dell’acqua.
Del restauro delle strutture in cemento armato, intonaci, mosaici e dorature si è occupata l’Associazione Temporanea d’Imprese composta dalla Cooperativa Edile Artigiana (Parma), da Seres di Martina Serafin (Venezia), da Leonardo (Bologna) e l’Impresa Edile la Rocca (Maser).
Dopo la presentazione di domani e una seconda proiezione, il 24 giugno, al parco Don Gnocchi di San Vito di Altivole (evento gratuito, prenotazioni:0423918381-12 o biblioteca@comune.altivole.tv.it) è in programma un tour di proiezioni di respiro nazionale e internazionale.