Il nostro tempo, CinéFondationCartier in Triennale Milano

È una mostra sui generis quella in corso fino al prossimo 16 marzo al primo piano di Triennale Milano: Il Nostro Tempo, CinéFondationCartier si articola infatti attorno alla presentazione continua di opere cinematografiche di dodici artisti e registi di formazione, età ed esperienze diverse, che offrono la loro personale riflessione sul presente e sul passato.
Un percorso – nell’allestimento di bunker arc – scandito da incontri con opere dense di poesia e lirismo – alcune brevi, altre eccezionalmente lunghe – animate dal desiderio di esprimere il mondo attraverso le immagini in movimento.

 

Ph. ©Andrea Rosetti

 

Vengono proposte le opere cinematografiche di 12 artisti, alcune delle quali presentate per la prima volta in Italia: A Queda do Céu (La Caduta del Cielo, 2024) di Gabriela Carneiro da Cunha e Eryk Rocha, Au Bonheur des Maths ( Il piacere della matematica, 2011) di Raymond Depardon e Claudine Nougaret, El Aroma del Viento (L’aroma del vento, 2019) di Paz Encina, Mãri hi (L’albero del sogno, 2023) di Morzaniel Ɨramari, Decades Apart (A decenni di distanza, 2017) di PARKing CHANce, Notre Siècle (Il nostro secolo, 1982) e Vie (Vita, 1993) di Artavazd Pelechian, Nicolae Ceausescu: un’autobiografia (2010) di Andrei Ujica, Le Triptyque de Noirmoutier (2004-2005) di Agnès Varda, Martin Pleure (Martin Piange, 2017) di Jonathan Vinel e 15 Hours (15 ore, 2017) di Wang Bing.

 

Ph. ©Andrea Rossetti

 

Oltre alla mostra, come parte integrante del progetto, Triennale Milano e Fondation Cartier insieme alla Fondazione Piccolo America-Cinema Troisi, hanno costruito Le Cinema Night, programma quotidiano di proiezioni, all’interno dello spazio espositivo, e di incontri con grandi protagonisti del mondo del cinema contemporaneo, in altri spazi di Triennale.

 

Raymond Depardon e Claudine Nougaret, Au bonheur des maths, 2011, Jean-Pierre Bourguignon, filmando una scena, 25 maggio 2011, Collège de France, IHÈS, Bures-sur-Yvette, Collezione Fondation Cartier pour l’art contemporain, 2011

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