Abitare la pietra

 

Tra gli eventi di Marmomacc e Abitare il Tempo, la mostra Living Stone rielabora il tema dell’abitazione mediterranea e atlantica in pietra attraverso una serie di installazioni nate dalla collaborazione tra architetti iberici e aziende italiane del settore marmi: Eduardo Souto De Moura con Piba Marmi, Benedetta Tagliabue con Decormarmi, Manuel Aires Mateus con Grassi Pietre, Josep Miàs con Travertino Sant’Andrea.

Curato da Vincenzo Pavan, Raffaello Galiotto e Damiano Steccanella, il layout del progetto prevede quattro lotti di 60 mq con patio di 30 mq disposti intorno a un giardino centrale. Concepite per rivelare nuove qualità e potenzialità di lavorazione dei materiali litici, le case-patio costituiranno le aree di accoglienza delle aziende partecipanti.

Concept di benedetta Tagliabue per Decormarmi

Concept di Souto de Moura per Piba Marmi

Il concept di Manuel Aires Mateus per Grassi Pietre

Concept di Josep-Mias per Travertino Sant´Andrea

 

 

(foto ©Enrico Basili)


Benedetta Tagliabue
 
Formatasi presso l’Istituto di Architettura di Venezia (IUAV), dirige lo studio internazionale di architettura Miralles Tagliabue EMBT, fondato nel 1994 assieme a Enric Miralles, con sede a Barcellona e dal 2010 a Shanghai.
Tra i suoi progetti più importanti, il Parlamento di Edimburgo, il parco Diagonal Mar e il mercato di Santa Caterina a Barcellona, il Campus Universitario di Vigo e il Padiglione spagnolo dell’Expo di Shanghai 2010, che si è aggiudicato il prestigioso premio RIBA Best International Building of 2011.
Tra i progetti in corso, la Business School all’interno della Università  Fudan di Shanghai, le torri per uffici in Taiwan e Taichung, lo spazio pubblico di HafenCity di Amburgo in Germania e le residenze sociali di Barajas a Madrid. Per la sua visione poetica e sempre attenta al contesto, Benedetta Tagliabue ha vinto premi internazionali nel campo della progettazione architettonica e dello spazio pubblico. È stata docente presso la Harvard University, la Columbia University e la ETSAB di Barcellona e nel 2004 ha ricevuto un dottorato honoris causa dalla Facoltà di Lettere e Scienze Sociali della Edinburgh Napier University.
Per il suo lavoro ha ricevuto il RIBA Stirling Prize nel 2005, il Premio Nazionale spagnolo, nel 2006, il premio nazionale catalano nel 2002, il premio Città di Barcellona nel 2005 e nel 2009 e i premi FAD nel 2000, 2003 e 2007, il Premio 2013 Riba Jencks per il suo contributo alla teoria e alla pratica architettonica.
È inoltre direttore della Enric Miralles Foundation, nata per promuove l’architettura sperimentale nello spirito del suo defunto marito e partner Enric Miralles.
 

(foto ©Juan Rodriguez)


Eduardo Souto de Moura
Nato a Porto nel 1952, inizialmente studia scultura alla Scuola di Belle Arti per passare poi all’architettura laureandosi nel 1980. Durante gli studi, dal 1974 al 1979, lavora presso lo studio di Alvaro Siza. Cresciuto negli anni successivi alla rivoluzione dei Garofani (1974), ha avuto una formazione all’insegna della razionalità e della concretezza in pieno clima post-moderno.
Nel 1980 fonda il proprio studio a Oporto lavorando al progetto per il centro culturale della stessa città (1981-91); alla riconversione del convento di Santa Maria do Bouro ad Amares (1987-97); il Padiglione della conoscenza dei mari all’Expo 1998 di Lisbona e a quello portoghese all’Expo 2000 di Hannover; alla trasformazione del vecchio edificio della dogana di Oporto in Museo dei Trasporti e delle Comunicazioni (1993-2002); alla Casa del Cinema Manoel de Oliveira, ancora a Oporto (1998-2002); allo stadio comunale di Braga (2000-2004); al Centro de Arte Contemporânea de Bragança (2002-08); alla Casa das historias Paula Rego a Cascais (2005-09). Nel 2001 gli è stata assegnata la medaglia d’oro Heinrich Tessenow e nel 2011 è stato insignito del Pritzker Prize “per un´architettura senza sforzo, per la semplicità e l’intelligenza dei suoi progetti”.
Chiarezza e precisione, rigore compositivo e disciplina costruttiva sono i tratti distintivi del suo lavoro, così come l’uso raffinato dei materiali (granito, legno, marmo, mattoni, acciaio, cemento) e talvolta l’uso inaspettato del colore. Durante una serie di incontri dell’Holcim Forum sull´architettura sostenibile, ha dichiarato: “per me, l´architettura è un problema globale. Non c´è un’architettura ecologica, un’architettura intelligente, un’architettura sostenibile, c´è solo la buona architettura. Ci sono problemi che non devono essere trascurati; per esempio, l´energia, le risorse, i costi, gli aspetti sociali, bisogna sempre prestare attenzione a tutti questi.”
 
 
Manuel Aires Mateus
Nasce nel 1963 a Lisbona, dove si laurea nel 1986 alla Faculta de Arquitectura de la Universidade Tecnica, e dal 1983 collabora con l’architetto Gonçalo Byrne. Nel 1988 fonda con il fratello Francisco lo studio Aires Mateus & Associados: la formazione in un ambiente culturale contrassegnato da personalità come Tavora, Siza, Souto de Moura e Byrne non ha loro impedito di elaborare fin dagli inizi uno stile personale e riconoscibile. L’architettura di Aires Mateus si basa su una ricerca dello spazio e della materia che, pur riconoscendo nella massa la sua principale ragione d’essere, ne afferma la leggerezza.
Tra le opere più importanti dello studio figurano numerose case private – tra cui Casa ad Alenquer (2001), Casa sul litorale di Alentejo (2003) e Casa Brejos de Azeitão (2003) – e opere pubbliche come le Residenze dell’Università di Coimbra (1999), il Museo de Arquitectura (2006) e Edifícios de Escritórios a Lisbona (2008), il Centro Cultural di Sines (2000), il Museo del Faro a Cascais (2003), le librerie Almedina (2000-2002). Dal 1997 Aires Mateus è professore cattedratico all’Università di Lisbona, tra il 2002 e il 2005 è stato visiting professor alla Graduate School of Design di Harvard e dal 2001 è professore presso l’Accademia di Architettura di Mendrisio. È stato insignito di numerosi premi tra i quali l’International Award Architecture in Stone.
 

Josep Miàs
Laureato in architettura all’ETSAB di Barcellona, è associato nello studio di Eric Miralles dal 1990 al 2000, anno in cui fonda lo studio Josep Miàs Architects che si occupa di ricerche e sperimentazioni soprattutto in campo tecnologico e costruttivo. È internazionalmente noto per aver progettato il Fontanals Golf Club, la riqualificazione del centro storico di Banyoles, l’urbanizzazione di Barceloneta Market, il 22@Plug-Building a Barcellona, il iGuzzini Barcelona Corporate Building e molti altri. È stato insignito di premi nazionali e internazionali tra cui il Premio Internazionale Architetture di Pietra, l’A+Architizer, l’Archdaily Building of the Year, il premio A+ Architecture Best Spanish Educational Facility oltre al Catalonia Construction Award, il City of Barcelona Architecture and Urbanism Award, il Girona Architecture Award e il Best Young Catalan Architect Award. I suoi progetti sono stati esposti in mostre internazionali a Barcellona, Madrid, Francoforte, Zurigo, Berlino, Kiev, Londra, San Paolo, Venezia e Singapore.
Josep Miàs ha tenuto conferenze in numerose università straniere, è visiting professor alla Städelschule di Francoforte, al GSD di Harvard e Cambridge ed è stato direttore dell’Architectural Projects Department all’ESARQ-UIC dal 2004 al 2006. Attualmente è professore di Architettura Urbana all’ETSAB di Barcellona e visiting professor all’Università di Alghero e responsabile del Modulo 16 nonché ricercatore associato alla UCL Bartlett School of Architecture di Londra. 

 

                

                                                    

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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